Miroirs no. 3
Miroirs no. 3
Durata
86
Formato
Regista
Laura (Paula Beer) soffre di un male che non riesce a spiegare al suo fidanzato e ai suoi amici. Mentre stanno attraversando una strada di campagna a bordo di un’automobile, lei e il suo ragazzo subiscono un grave incidente in cui lui perde la vita. Lei verrà soccorsa da una donna (Barbara Auer) con cui inizierà un rapporto che si fa sempre più profondo col passare dei giorni…
Dopo Undine (2020), in cui era protagonista l’elemento dell’acqua, e Il cielo brucia (2023), incentrato sul fuoco, il regista tedesco Christian Petzold si dedica alla terra e a un ritorno “alla vita” di una ragazza che sopravvive miracolosamente a un incidente automobilistico: il contatto con la natura della campagna e con la routine semplice che le insegna la sua misteriosa salvatrice le faranno tornare il sorriso e una quasi immediata serenità. Quello che appare come un incrocio tra due solitudini, si rivela però col passare dei minuti un incontro dal sapore quasi metafisico, dove si torna a ragionare sulla morte e su come nuove persone che si incontrano lungo il cammino possano fungere da surrogati di chi non è più con noi. Petzold lavora sull’essenzialità, ma in questo caso sono numerosi i passaggi poco spiegati e le sequenze che risultano troppo enigmatiche (molto debole la conclusione) o un po’ frettolose (il momento della rivelazione relativo alla morte per suicidio di un personaggio centrale nella narrazione). Meno ispirato del solito, il regista tedesco lavora per sottrazione e risulta efficace nella scrittura delle due protagoniste, ma non può bastare, soprattutto vista l’assenza di veri e propri guizzi da ricordare dopo i titoli di coda. Presentato all’interno della sezione Quinzaine des Cinéastes del Festival di Cannes 2025.