Mr Cobbler e la bottega magica
The Cobbler
Durata
99
Formato
Regista
Max Simkin (Adam Sandler) ha ereditato l’attività di calzolaio dal padre (Dustin Hoffman) che ha fatto perdere le proprie tracce da tempo: stanco e rassegnato, vive con l’anziana madre (Lynn Cohen) un’esistenza piuttosto grigia. Un giorno per caso trova una vecchia macchina per cucire le scarpe dai poteri magici: ogni paio di scarpe che aggiusta, se indossato, permette a Max di trasformarsi nella copia esatta del suo proprietario. Le sua avventure iniziano da lì.
Leziosa favoletta sull’importanza della vita, dei buoni sentimenti e del perseguire i propri sogni, Mr Cobbler e la bottega magica è profondamente radicato nell’ambientazione yiddish newyorkese, cosa che ne rende l’adattamento particolarmente difficoltoso e a tratti insensato. Dal regista de L’ospite inatteso (2007) ci si sarebbe aspettato qualche guizzo in più, invece Cobbler preferisce assestarsi su un binario sicuro e monotono, che spazia dalla retorica alle mossette e alle gag infantili dell’irritante Sandler senza inventare nulla, mischiando la lacrimosità del tema familiare a un’assurda sottotrama gangster e (ciliegina sulla torta) la solita, ritrita storia della speculatrice spietata (Ellen Barkin) che vuole distruggere lo spirito del quartiere per costruire palazzoni. A poco serve l’apporto di Steve Buscemi e di un senile Hoffman: la pellicola non decolla mai, annoia molto e spesso nausea con i suoi momenti immersi nella melassa.
Leziosa favoletta sull’importanza della vita, dei buoni sentimenti e del perseguire i propri sogni, Mr Cobbler e la bottega magica è profondamente radicato nell’ambientazione yiddish newyorkese, cosa che ne rende l’adattamento particolarmente difficoltoso e a tratti insensato. Dal regista de L’ospite inatteso (2007) ci si sarebbe aspettato qualche guizzo in più, invece Cobbler preferisce assestarsi su un binario sicuro e monotono, che spazia dalla retorica alle mossette e alle gag infantili dell’irritante Sandler senza inventare nulla, mischiando la lacrimosità del tema familiare a un’assurda sottotrama gangster e (ciliegina sulla torta) la solita, ritrita storia della speculatrice spietata (Ellen Barkin) che vuole distruggere lo spirito del quartiere per costruire palazzoni. A poco serve l’apporto di Steve Buscemi e di un senile Hoffman: la pellicola non decolla mai, annoia molto e spesso nausea con i suoi momenti immersi nella melassa.