L'ultimo dei mohicani

1757: durante la Guerra franco-indiana tra francesi e inglesi per il possesso delle colonie americane, Chingachgook (Russell Means), Uncas (Eric Schweig) e Occhio di Falco (Daniel Day-Lewis), unici superstiti della tribù di Mohicani, fanno la conoscenza del maggiore Duncan Heyward (Steven Waddington) e delle figlie del colonnello Munro, Cora (Madeleine Stowe) e Alice (Jodhi May). Occhio di Falco, giovane orfano bianco cresciuto da Chingachgook come un figlio, si innamora di Cora e decide di combattere al fianco degli inglesi, malgrado la sconfitta per l'esercito britannico appaia imminente.

Ispirandosi solo parzialmente all'omonimo romanzo di avventura di James Fenimore Cooper del 1826, (prendendo invece spunto principalmente dalla sceneggiatura di Philip Dunne per il film Il re dei pellirossa del 1936), Michael Mann dà vita a uno dei suoi film più convenzionali e meno sfaccettati, ma comunque fascinoso e interessante. Raro esempio di cinema epico in quasi totale assenza di retorica, un'opera discontinua in cui la narrazione gestisce con difficoltà la mole di tematiche e personaggi, ragion per cui la regia decide di sopperire a una scrittura non sempre all'altezza (la sceneggiatura è firmata dallo stesso Mann in collaborazione con Christopher Crowe). Notevole dal punto di vista visivo, specie grazie alla lussuosa fotografia di Dante Spinotti, a una impeccabile gestione del ritmo e a una serie di scene memorabili dal forte impatto emotivo. Grande prova di Daniel Day-Lewis e notevole la colonna sonora di Randy Edelman e Trevor Jones, vincitrice di un Golden Globe. Un film non esente da difetti, soprattutto a livello strutturale e drammaturgico, ma irrimediabilmente godibile e avvincente. Il regista Patrice Chéreau interpreta il generale francese Montcalm.