Turi La Rosa (Domenico Modugno), giovane perdigiorno siciliano trapiantato a Roma, partecipa a una rapina che finisce male. Per costruirsi un alibi, sostiene di fronte alle autorità di essere stato presente sul luogo del reato per corteggiare una donna: una bugia che scatenerà la gelosia di Assuntina (Giovanna Ralli).

Modestissima commedia con sfumature melodrammatiche diretta dallo sceneggiatore fiorentino Pietro Tellini, alla sua seconda e ultima opera dopo Prima di sera (1954). Il debole impianto narrativo di sterile derivazione neorealista, che descrive una difficile quotidianità popolare di borgata, e uno stile registico dalle scarse velleità fanno da contorno a un carosello promozionale del Modugno cantante, trionfatore nel 1958 al Festival di Sanremo con il celebre motivo che presta il titolo alla pellicola. Nonostante le prestigiose firme di Ettore Scola e Cesare Zavattini, in collaborazione con Tellini in sede di scrittura del soggetto, il film si attesta su un livello di anonimato conforme a quello non certo eccelso dell'incombente e prolifico filone dei musicarelli, che spopolerà negli anni Sessanta in Italia. Modugno è impegnato nella colonna sonora anche con le famose Vecchio frack e Resta cu' mme. Efficace il cameo di Vittorio De Sica.
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