Comandante
Comandante
Durata
99
Formato
Regista
Oliver Stone intervista il leader cubano Fidel Castro. 30 ore di chiacchierata riassunti in una pellicola di 99 minuti.
Dopo aver ritratto le figure di due presidenti americani in altrettanti film di finzione, ovvero John F. Kennedy in JFK – Un caso ancora aperto (1991) e Nixon in Nixon – Gli intrighi del potere (1995), Oliver Stone questa volta cambia registro. Comandante è un puro documentario, che mostra esclusivamente l'intervista a Fidel Castro, senza arricchire con inserti di fiction o rimaneggiare in alcun modo il materiale di partenza. Il risultato finale è un ritratto altalenante del Líder máximo cubano, innegabilmente ammirato da Stone, il cui sguardo finisce inevitabilmente per essere parziale quando va a esaminare le questioni più spinose. Interessato anche alla persona e non solo al controverso personaggio politico, il regista dà a Castro modo di far conoscere alcuni dei tratti più intimi e distintivi della sua personalità, consegnando allo spettatore un profilo più apologetico che obiettivo. Sfugge il senso di un'operazione che, consapevolmente, non mette mai in difficoltà l'interlocutore, evitando accuratamente domande delicate o scottanti: prova ne è il fatto che Castro, cui era stato concesso il diritto di interrompere o rimaneggiare le riprese, non intervenne mai, giudicando il risultato finale soddisfacente.
Dopo aver ritratto le figure di due presidenti americani in altrettanti film di finzione, ovvero John F. Kennedy in JFK – Un caso ancora aperto (1991) e Nixon in Nixon – Gli intrighi del potere (1995), Oliver Stone questa volta cambia registro. Comandante è un puro documentario, che mostra esclusivamente l'intervista a Fidel Castro, senza arricchire con inserti di fiction o rimaneggiare in alcun modo il materiale di partenza. Il risultato finale è un ritratto altalenante del Líder máximo cubano, innegabilmente ammirato da Stone, il cui sguardo finisce inevitabilmente per essere parziale quando va a esaminare le questioni più spinose. Interessato anche alla persona e non solo al controverso personaggio politico, il regista dà a Castro modo di far conoscere alcuni dei tratti più intimi e distintivi della sua personalità, consegnando allo spettatore un profilo più apologetico che obiettivo. Sfugge il senso di un'operazione che, consapevolmente, non mette mai in difficoltà l'interlocutore, evitando accuratamente domande delicate o scottanti: prova ne è il fatto che Castro, cui era stato concesso il diritto di interrompere o rimaneggiare le riprese, non intervenne mai, giudicando il risultato finale soddisfacente.