Nella società degli uomini

Due yuppies che lavorano per un'importante società, lo spavaldo Chad (Aaron Eckhart) e il mite Howard (Matt Malloy), delusi dalle esperienze con le donne, decidono (trainati dal primo) di sfruttare un periodo di lavoro fuori città per vendicarsi a modo loro: sedurre entrambi una ragazza fragile per poi umiliarla e lasciarla in malo modo. Il bersaglio perfetto sembra essere una bella collega timida e sorda, ma non tutto andrà come previsto. 

Crudele e sfrontata commedia nera sul maschilismo e la misoginia imperanti, è anche una chiara quanto potente sassata contro il capitalismo e la disumanità intrinseca allo yuppismo su più livelli: chi schiaccia e scavalca nei modi più biechi vince sia nel rapporto con l'altro sesso, sia in carriera, e il più "femminile" dei due mostri rimane a sua volta schiacciato proprio per la sua "inferiorità" in questo mondo creato dagli Uomini. Gli interpreti (soprattutto Eckhart) sono straordinari e la parabola va a segno secchissima, a suon di dialoghi e confronti agghiaccianti nel loro crudo realismo e scorrettezza, in perfetta antitesi al buonismo fasullo tipico di tanti prodotti di Hollywood. Il limite, oltre a un uso non particolarmente brillante del mezzo cinematografico, sta paradossalmente in uno dei suoi punti di forza: la sordità della ragazza infatti, al di là di facili metafore simboliche, sollecita discussioni che vanno ben oltre il maschilismo e la società "degli uomini" (chi convive con dei gravi handicap sa bene che il cinismo è rivolto verso di sé anche dal cosiddetto "gentil sesso"), e sottolinea l'inferiorità artistica rispetto a chi ha trattato la diversità "tout court" in modo più spietatamente universale (vedi l'inarrivabile Freaks di Browning, con il terribile ed eloquente personaggio di Cleopatra). Comunque un ufo nel panorama delle commedie americane, che per cattiveria ne annebbia il 99%.