Nerve
Nerve
Durata
96
Formato
Regista
Venus (Emma Roberts), timida ragazza conosciuta anche con il nome di Vee, decide di rispondere alla provocazione dell’amica Sydney (Emily Meade), accettando di iscriversi al gioco online Nerve, dove una volta iscritti, a seconda del superamento o no delle sfide proposte, gli utenti posso guadagnare somme in denaro. Dopo aver sostenuto la sfida iniziale, decide di affrontare prove sempre più dure e più stimolanti, fino a quando non capisce che la posta in palio è decisamente rischiosa.
Tratto dall'omonimo romanzo della scrittrice Jeanne Ryan, e rivolto a un pubblico principalmente giovane, sia per l’età dei protagonisti che per le forti attinenze con il mondo dei social game, Nerve è un prodotto che non solo funziona poco dal punto di vista della narrazione, ma ha anche un basso tasso di coinvolgimento emotivo. Dopo i non particolarmente esaltanti Paranormal Activity 3 (2011) e Paranormal Activity 4 (2012), e il documentario Catfish (2010), i registi Ariel Schulman e Henry Joost affrontano ancora una volta tematiche legate al mondo del web e della rete, ma i risultati sono nuovamente poco apprezzabili. Con una Emma Roberts a disagio e impacciata nel ruolo e con scelte stilistiche troppo pretenziose quando non eccessivamente derivative, che cercano molto alla lontana di rifarsi a classici come Tron (1982), la pellicola sembra essere più incentrata sul sentimentalismo adolescenziale che sulla riflessione sulle derive inaspettate del gioco online. Una grande occasione sprecata.
Tratto dall'omonimo romanzo della scrittrice Jeanne Ryan, e rivolto a un pubblico principalmente giovane, sia per l’età dei protagonisti che per le forti attinenze con il mondo dei social game, Nerve è un prodotto che non solo funziona poco dal punto di vista della narrazione, ma ha anche un basso tasso di coinvolgimento emotivo. Dopo i non particolarmente esaltanti Paranormal Activity 3 (2011) e Paranormal Activity 4 (2012), e il documentario Catfish (2010), i registi Ariel Schulman e Henry Joost affrontano ancora una volta tematiche legate al mondo del web e della rete, ma i risultati sono nuovamente poco apprezzabili. Con una Emma Roberts a disagio e impacciata nel ruolo e con scelte stilistiche troppo pretenziose quando non eccessivamente derivative, che cercano molto alla lontana di rifarsi a classici come Tron (1982), la pellicola sembra essere più incentrata sul sentimentalismo adolescenziale che sulla riflessione sulle derive inaspettate del gioco online. Una grande occasione sprecata.