
Lo stato delle cose
Der Stand der Dinge
Premi Principali

Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia 1982
Durata
121
Formato
Regista
Sulla costa portoghese una troupe cinematografica è impegnata nelle riprese di un film di fantascienza. A causa di difficoltà economiche legate alla scomparsa del produttore (Allen Garfield), la lavorazione si interrompe, facendo precipitare l'intero cast in un interlocutorio stato di attesa.
Tra i titoli più importanti della filmografia di Wim Wenders, è un film che nasce in modo quasi fortuito dal susseguirsi di due eventi concatenati: la pausa forzata nella lavorazione americana di Hammett (1982) e l'incontro in Portogallo con la troupe di Raul Ruiz impegnata nelle riprese del film The Territory (1981). Dell'opera di Ruiz, Wenders riutilizza l'intero cast di attori, le location lungo la costa portoghese e soprattutto il leggendario direttore della fotografia Henry Alekan per comporre una riflessione lucida e disincantata sul fare cinema. Dominante nella pellicola è un crepuscolare sentore di morte, percepibile già nel bellissimo incipit con il “film nel film” fantascientifico. Lo sguardo di Wenders, colto in uno dei momenti più difficili della sua carriera, reduce della travagliata esperienza americana con Francis Ford Coppola, è gravido di sfiducia e pessimismo e conosce una pacificazione solo nel fulminante finale, quando il regista suo alter ego poco prima di morire filma un'ultima, fatale, panoramica americana. Il direttore della fotografia è interpretato da Samuel Fuller, fiammeggiante icona del cinema indipendente statunitense e mentore di Wenders. Nella colonna sonora brani eseguiti da Jim Jarmusch, che utilizzerà scarti di pellicola di questo film donati da Wenders per il suo Stranger than Paradise (1984). Leone d'Oro a Venezia.
Tra i titoli più importanti della filmografia di Wim Wenders, è un film che nasce in modo quasi fortuito dal susseguirsi di due eventi concatenati: la pausa forzata nella lavorazione americana di Hammett (1982) e l'incontro in Portogallo con la troupe di Raul Ruiz impegnata nelle riprese del film The Territory (1981). Dell'opera di Ruiz, Wenders riutilizza l'intero cast di attori, le location lungo la costa portoghese e soprattutto il leggendario direttore della fotografia Henry Alekan per comporre una riflessione lucida e disincantata sul fare cinema. Dominante nella pellicola è un crepuscolare sentore di morte, percepibile già nel bellissimo incipit con il “film nel film” fantascientifico. Lo sguardo di Wenders, colto in uno dei momenti più difficili della sua carriera, reduce della travagliata esperienza americana con Francis Ford Coppola, è gravido di sfiducia e pessimismo e conosce una pacificazione solo nel fulminante finale, quando il regista suo alter ego poco prima di morire filma un'ultima, fatale, panoramica americana. Il direttore della fotografia è interpretato da Samuel Fuller, fiammeggiante icona del cinema indipendente statunitense e mentore di Wenders. Nella colonna sonora brani eseguiti da Jim Jarmusch, che utilizzerà scarti di pellicola di questo film donati da Wenders per il suo Stranger than Paradise (1984). Leone d'Oro a Venezia.