1992, abbattimento delle frontiere europee. Il doganiere belga Ruben (Benoît Poelvoorde), che lavora al confine con la Francia, detestandone da sempre gli abitanti, è costretto a collaborare con il collega transalpino Mathias (Dany Boon), che si innamora anche della sorella Louise (Julie Bernard).

Fiacco tentativo da parte di Boon di replicare il clamoroso successo ottenuto con Giù al nord (2008) riproponendo la formula dello scontro culturale tra conterranei: questa volta non sono connazionali, ma comunque confinanti e uniti dalla lingua. Se già il modello del film precedente era difficile da esportare e capire per un pubblico non francofono, in questo caso la pellicola è infarcita di allusioni, frecciatine e riferimenti impossibili per i non-autoctoni, che finiscono per affidare la propria leggibilità alle gag più elementari. Il simpatico Boon è di nuovo autore, protagonista e regista: ma non basta la sua tenera e buffa maschera a conferire sostanza all'insieme.
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