Why Don't You Play in Hell?

I Fuck Bombers, un gruppo di giovani cinefili capitanati dal regista Hirata (Hiroki Hasegawa), cercano disperatamente di girare un capolavoro vagabondando per il loro quartiere, ma gli spunti creativi latitano. Quando il boss yakuza Muto (Jun Kunimura) decide di immortalare in un film la sanguinosa battaglia contro la gang del boss Ikegami (Shin'ichi Tsutsumi), per poter impressionare la moglie (Tomochika) con le capacità recitative della figlia (Fumi NikaidÅ), la grande occasione sembra essere arrivata.

Contrariamente al solito, il provocatorio, estremo Sion Sono punta a una rappresentazione comica, ancorché ferocemente satirica, per fare autoironia sulla propria adolescenza cinefila e, più in generale, sulla passione giovanile per la Settima Arte. Eccessi di violenza fumettistica si mescolano all'utilizzo di un senso dell'umorismo scoppiettante, caotico e a tratti isterico, come solo l'immaginario pubescente sa essere. Con un finale in crescendo continuo, che esplode nell'ultimissima inquadratura, è una pellicola che risulterebbe un instant cult per come mescola i generi, i toni drammatici, frullando insieme la commedia slapstick con la dialettica da saggio cinematografico e condendo il tutto con un piglio quasi infantile, ma anche con un senso dell'epica che non sono estranei al cinema del regista. Il difetto principale dell'opera, che pure rimane una divertente orgia di sangue e pellicola, è però la profonda discontinuità: pur mantenendo sempre alto il ritmo grazie a un montaggio perfetto (Jun'ichi ItÅ), ci mette troppo ad arrivare al punto, spesso abbandonandosi a digressioni ridondanti sul passato dei protagonisti. Nel complesso, per stomaci forti e sarcastici.