Non aprite quella porta
The Texas Chainsaw Massacre
Durata
98
Formato
Regista
In viaggio attraverso il Texas, cinque ragazzi (Jessica Biel, Jonathan Tucker, Erica Leerhsen, Mike Vogel, Eric Balfour) assistono impotenti al suicidio di un'autostoppista (Lauren German) e chiedono aiuto a un ambiguo sceriffo (R. Lee Ermey): incapperanno in una famiglia di assassini, guidata dal sadico e deforme Thomas Hewitt (Andrew Bryniarski).
Remake del cult Non aprite quella porta (1974) di Tobe Hooper. Il regista Marcus Nispel si distanzia dall'originale (che tendeva a non mostrare l'orrore, in quanto inesprimibile, e costruiva un climax tensivo di allucinante angoscia attraverso significativi dettagli), portando al parossismo l'esibizione di atrocità assortite (lampante sin dalla prima sequenza) e di allusioni sessuali (il corpo della procace Jessica Biel perennemente in mostra). La sceneggiatura, firmata da Scott Kosar, scade nella banalizzazione estrema (i protagonisti come rappresentanti di tipologie stereotipate: la morigerata, la libertina, il playboy, il giullare), evidenziando il (non) senso di un'operazione gratuita e puramente commerciale. Regia piatta e finale politicamente corretto; in ogni caso, il personaggio di Faccia di cuoio (rinominato Thomas Hewitt per l'occasione) conserva uno strano e perverso fascino. Nel 2006 è stato realizzato un prequel (Non aprite quella porta: L'inizio di Jonathan Liebesman).
Remake del cult Non aprite quella porta (1974) di Tobe Hooper. Il regista Marcus Nispel si distanzia dall'originale (che tendeva a non mostrare l'orrore, in quanto inesprimibile, e costruiva un climax tensivo di allucinante angoscia attraverso significativi dettagli), portando al parossismo l'esibizione di atrocità assortite (lampante sin dalla prima sequenza) e di allusioni sessuali (il corpo della procace Jessica Biel perennemente in mostra). La sceneggiatura, firmata da Scott Kosar, scade nella banalizzazione estrema (i protagonisti come rappresentanti di tipologie stereotipate: la morigerata, la libertina, il playboy, il giullare), evidenziando il (non) senso di un'operazione gratuita e puramente commerciale. Regia piatta e finale politicamente corretto; in ogni caso, il personaggio di Faccia di cuoio (rinominato Thomas Hewitt per l'occasione) conserva uno strano e perverso fascino. Nel 2006 è stato realizzato un prequel (Non aprite quella porta: L'inizio di Jonathan Liebesman).