Le notti bianche
Durata
107
Formato
Regista
In una Livorno onirica e silenziosa, avvolta dalla neve, si consuma un anomalo triangolo amoroso. Durante una passeggiata notturna, il giovane impiegato Mario (Marcello Mastroianni) incontra Natalia (Maria Schell): dopo una iniziale diffidenza, lui le confessa il proprio amore ma la donna è in realtà innamorata di un uomo che si è allontanato da lei da più di un anno. Quando la passione tra i due sembra divampare, l'amato fa ritorno a casa.
Libera trasposizione del celebre racconto (1848) di Fëdor Dostoevskij, Le notti bianche, realizzato da Luchino Visconti tra Senso (1954) e Rocco e i suoi fratelli (1960), è un'opera in cui a una narrazione semplice e lineare si accompagna una ricerca formale di grande forza espressiva. Calato in un'atmosfera ovattata e soffusa, il film rimane sospeso tra reale e fantastico per descrivere l'impossibilità di raggiungere l'amore (la felicità?) da parte di un uomo “condannato” a un destino di illusioni. Maestro nella direzione degli attori, Visconti (autore della sceneggiatura insieme a Suso Cecchi D'Amico) si affida alla parola per restituire la poesia di un amore sublimato, e all'immagine (fotografia di Giuseppe Rotunno, scenografia di Mario Chiari e Mario Garbuglia) per rendere la magia di un incontro speciale nella sua spontaneità, sfrondando forse troppo il testo originale. Il risultato è un film verboso, a cui però è impossibile non abbandonarsi. Recitazione di altissimo livello. Leone d'Argento alla Mostra del cinema di Venezia.
Libera trasposizione del celebre racconto (1848) di Fëdor Dostoevskij, Le notti bianche, realizzato da Luchino Visconti tra Senso (1954) e Rocco e i suoi fratelli (1960), è un'opera in cui a una narrazione semplice e lineare si accompagna una ricerca formale di grande forza espressiva. Calato in un'atmosfera ovattata e soffusa, il film rimane sospeso tra reale e fantastico per descrivere l'impossibilità di raggiungere l'amore (la felicità?) da parte di un uomo “condannato” a un destino di illusioni. Maestro nella direzione degli attori, Visconti (autore della sceneggiatura insieme a Suso Cecchi D'Amico) si affida alla parola per restituire la poesia di un amore sublimato, e all'immagine (fotografia di Giuseppe Rotunno, scenografia di Mario Chiari e Mario Garbuglia) per rendere la magia di un incontro speciale nella sua spontaneità, sfrondando forse troppo il testo originale. Il risultato è un film verboso, a cui però è impossibile non abbandonarsi. Recitazione di altissimo livello. Leone d'Argento alla Mostra del cinema di Venezia.