Onda su onda

Gegé Cristofori (Rocco Papaleo) è un cantante in declino, ormai disincantato e privo di speranze, che per rilanciare la propria carriera accetta un improbabile concerto in Uruguay, dove si era esibito con un certo successo circa trent'anni prima; non potendo viaggiare in aereo, affronta il lungo viaggio verso il Sudamerica a bordo di una grande nave mercantile, dove conosce il solitario cuoco Ruggero (Alessandro Gassmann). I due entrano subito in contrasto dando origine ad un rapporto inizialmente conflittuale che, dopo lo sbarco a Montevideo, si trasforma invece in sempre maggiore amicizia e complicità quando si troveranno a condividere una serie di stravaganti peripezie dove entrambi dovranno affrontare i conti in sospeso del proprio passato.

Dopo il sorprendente esordio di Basilicata coast to coast (2010) e il meno felice Una piccola impresa meridionale (2013), per la sua terza regia Rocco Papaleo affronta un ambizioso progetto internazionale, girato in buona parte in Uruguay, dove gli ingredienti proposti sono quelli della commedia agrodolce che vira verso il melodramma esistenziale, il tutto condito da seducenti donne latine e vari intermezzi musicali. Un modello irraggiungibile è forse il cinema di Pedro Almodovar, con colori accesi ed un gioco delle parti malinconico: qui però il mix non è quasi mai riuscito, l'intreccio, piuttosto prevedibile, non appassiona e non diverte, il personaggio interpretato da Papaleo appare troppo sopra le righe e le sequenze più forzate sono proprio quelle dove si confrontano i due protagonisti maschili. A suscitare un minimo di interesse non bastano le immagini di un paese certamente poco conosciuto, decadente ma affascinante, e una colonna sonora articolata e mai banale curata da un regista  con una lunga esperienza di musicista jazz/pop, non stupisce quindi che il film sia passato praticamente inosservato da critica e pubblico.