I lunghi capelli della morte
Durata
96
Formato
Regista
La vendetta di una donna (Barbara Steele) messa ingiustamente al rogo con l'accusa di stregoneria ricadrà sul villaggio che l'ha condannata sotto forma di maledizione: imperverserà la peste e le due figlie (sempre la Steele e Halina Zalewska) faranno di tutto per punire i colpevoli.
Gotico di ambientazione medievale, I lunghi capelli della morte finisce per evocare inevitabilmente La maschera del demonio (1960) di Mario Bava sia per la trama (la strega, o presunta tale, in cerca di vendetta) che per la protagonista, l'algida e inquietante Barbara Steele, ancora una volta chiamata a interpretare un doppio ruolo. Niente novità dunque dal punto di vista narrativo, che evidenzia molte lacune anche a causa di una sceneggiatura palesemente raffazzonata. In compenso, l'attenta regia di Margheriti riesce a restituire la torbida marcescenza dell'atmosfera oscurantista medievale, non lesinando su tocchi sensuali che ben si accordano con il mood del genere. Una riflessione intellettuale, seppur blanda, sul ruolo del potere e della superstizione fa da costante sfondo alle vicende.
Gotico di ambientazione medievale, I lunghi capelli della morte finisce per evocare inevitabilmente La maschera del demonio (1960) di Mario Bava sia per la trama (la strega, o presunta tale, in cerca di vendetta) che per la protagonista, l'algida e inquietante Barbara Steele, ancora una volta chiamata a interpretare un doppio ruolo. Niente novità dunque dal punto di vista narrativo, che evidenzia molte lacune anche a causa di una sceneggiatura palesemente raffazzonata. In compenso, l'attenta regia di Margheriti riesce a restituire la torbida marcescenza dell'atmosfera oscurantista medievale, non lesinando su tocchi sensuali che ben si accordano con il mood del genere. Una riflessione intellettuale, seppur blanda, sul ruolo del potere e della superstizione fa da costante sfondo alle vicende.