Le nostre anime di notte
Our Souls at Night
Durata
101
Formato
Regista
Addie Moore (Jane Fonda) e Louis Waters (Robert Redford) si conoscono da molti anni ma il loro rapporto non ha mai avuto un'impennata, anche per via di vite che hanno preso direzioni diverse. Ormai anziani e soli, si avvicinano nel momento in cui Addie propone a Louis di trascorrere le notti insieme, per poter condividere l'intimità di una voce amica e di una vicinanza insperata.
Prodotto da Netflix e diretto da Ritesh Batra, Le nostre anime di notte segna il ritorno, 50 anni dopo La caccia e A piedi nudi nel parco e 38 dopo Il cavaliere elettrico, di Robert Redford e Jane Fonda, icone del cinema americano che insieme avevano dato vita a una coppia capace di segnare l'immaginario di un'intera generazione. La reunion però non è delle migliori, non tanto per ragioni legate ai due strepitosi interpreti (rivederli insieme è comunque un piacere cinefilo non da poco) quanto piuttosto per le molte debolezze di questo adattamento dell'omonimo romanzo di Kent Haruf: un film sbiadito e lacunoso, nel quale l'adesione emotiva e sentimentale dei due attori alla vicenda dei loro personaggi, tenerissimi e sul viale del tramonto, è totale e incondizionata, ma a non convincere sono soprattutto le incertezze di una sceneggiatura incolore e zoppicante, che non decolla mai e inchioda gli attempati e docili Addie e Louis a una reminiscenza del passato piuttosto immobilizzata. Un ripetersi di ricordi e occasioni mancante che non interferisce mai col presente, non prende mai vita, non flirta mai col respiro autentico della quotidianità e con l'ipotesi di un futuro possibile. Il punto di partenza della storia è curioso, arguto e stimolante (un'intimità che esclude l'incontro sessuale a favore del dialogo e della comprensione), ma il film non ha strumenti necessari per lavorarci sopra con la giusta dose di spessore e profondità, inanellando scenette ora dolci, ora fiacche e impalpabili personaggi di contorno, a cominciare dal figlio di Addie interpretato da Matthias Schoenaerts. Presentato fuori concorso a Venezia 2017, dove Redford e Fonda hanno ricevuto entrambi un prestigioso e strameritato Leone d'Oro alla carriera.
Prodotto da Netflix e diretto da Ritesh Batra, Le nostre anime di notte segna il ritorno, 50 anni dopo La caccia e A piedi nudi nel parco e 38 dopo Il cavaliere elettrico, di Robert Redford e Jane Fonda, icone del cinema americano che insieme avevano dato vita a una coppia capace di segnare l'immaginario di un'intera generazione. La reunion però non è delle migliori, non tanto per ragioni legate ai due strepitosi interpreti (rivederli insieme è comunque un piacere cinefilo non da poco) quanto piuttosto per le molte debolezze di questo adattamento dell'omonimo romanzo di Kent Haruf: un film sbiadito e lacunoso, nel quale l'adesione emotiva e sentimentale dei due attori alla vicenda dei loro personaggi, tenerissimi e sul viale del tramonto, è totale e incondizionata, ma a non convincere sono soprattutto le incertezze di una sceneggiatura incolore e zoppicante, che non decolla mai e inchioda gli attempati e docili Addie e Louis a una reminiscenza del passato piuttosto immobilizzata. Un ripetersi di ricordi e occasioni mancante che non interferisce mai col presente, non prende mai vita, non flirta mai col respiro autentico della quotidianità e con l'ipotesi di un futuro possibile. Il punto di partenza della storia è curioso, arguto e stimolante (un'intimità che esclude l'incontro sessuale a favore del dialogo e della comprensione), ma il film non ha strumenti necessari per lavorarci sopra con la giusta dose di spessore e profondità, inanellando scenette ora dolci, ora fiacche e impalpabili personaggi di contorno, a cominciare dal figlio di Addie interpretato da Matthias Schoenaerts. Presentato fuori concorso a Venezia 2017, dove Redford e Fonda hanno ricevuto entrambi un prestigioso e strameritato Leone d'Oro alla carriera.