Emigrato italiano, Nino (Nino Manfredi) cerca di diventare un membro a tutti gli effetti della società svizzera. Lavora come cameriere, ma fa un “errore” che gli costerà carissimo: privato del permesso di soggiorno, da clandestino cercherà di nascondere la sua provenienza.

Curioso film grottesco e perennemente sopra le righe che, sotto la patina di prodotto leggero e in apparenza superficiale, nasconde una piccola riflessione impegnata sul tema dell'emigrazione e sul tentativo di trovare un proprio posto nella spietata società moderna. Nino Manfredi, che ha partecipato anche alla sceneggiatura, non è però al suo meglio ed esagera un po' con le macchiette; impeccabile invece il lavoro di Brusati in cabina di regia, capace di alternare efficace dramma e umorismo, toni malinconici ad altri decisamente più spensierati. Forse un po' sopravvalutato, ma ancora oggi attuale e in grado di far riflettere. Vincitore dell'Orso d'argento per la miglior regia al Festival di Berlino.
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