Per favore, non toccate le vecchiette
The Producers
Premi Principali
Oscar alla miglior sceneggiatura originale 1969
Durata
88
Formato
Regista
Produttore teatrale in crisi, Max (Zero Mostel) riceve in casa il mediocre impiegato delle imposte Leon Bloom (Gene Wilder), il quale, involontariamente, lo convince che il modo migliore di fare soldi con il teatro è produrre uno spettacolo destinato ad un fiasco assicurato. I due, così, si mettono alla ricerca del peggior copione di sempre: lo troveranno, ma non tutto andrà come previsto.
Brillante e spassoso esordio nel lungometraggio di Mel Brooks, il quale allestisce un'intelligentissima satira del mondo delle produzioni teatrali e, per estensione, di quelle cinematografiche: un universo che, a causa del dominio del denaro, cerca paradossalmente di allontanarsi dal “bello” artistico, ricercando invece la bruttezza più immediata. Geniale, in tal senso, la frase del protagonista «Avevo pensato a tutto: un copione schifoso, un regista schifoso, degli attori schifosi...dov'è che non ho sbagliato?». Satira a parte, Per favore, non toccate le vecchiette è una commedia degli equivoci abbastanza standard, dove la battuta sagace si dà agilmente il cambio con la gag fisica, rimanendo comunque ancorata al linguaggio e alla comicità di Broadway e senza mai avventurarsi nei territori demenziali che caratterizzeranno i successivi film di Brooks. Oscar alla miglior sceneggiatura.
Brillante e spassoso esordio nel lungometraggio di Mel Brooks, il quale allestisce un'intelligentissima satira del mondo delle produzioni teatrali e, per estensione, di quelle cinematografiche: un universo che, a causa del dominio del denaro, cerca paradossalmente di allontanarsi dal “bello” artistico, ricercando invece la bruttezza più immediata. Geniale, in tal senso, la frase del protagonista «Avevo pensato a tutto: un copione schifoso, un regista schifoso, degli attori schifosi...dov'è che non ho sbagliato?». Satira a parte, Per favore, non toccate le vecchiette è una commedia degli equivoci abbastanza standard, dove la battuta sagace si dà agilmente il cambio con la gag fisica, rimanendo comunque ancorata al linguaggio e alla comicità di Broadway e senza mai avventurarsi nei territori demenziali che caratterizzeranno i successivi film di Brooks. Oscar alla miglior sceneggiatura.