Petrov (Semyon Serzin) è debilitato da una febbre alta, a causa di un'influenza. Quando il suo amico Igor gli fa visita, decide di portare Petrov a fare una passeggiata alcolica di diverse ore. Mentre ripensano all’infanzia, il presente si fonde con il passato in un limbo tra l'onirico e il reale.

Tratto dal romanzo di Aleksej Sal'nikov La febbre dei Petrov e altri accidenti, il film di Kirill Serebrennikov è un’accozzaglia di situazioni di vario genere, che punta a scuotere i sensi dello spettatore senza però seguire alcun tipo di logica interna. Il modello potrebbe essere il cinema di Aleksej German, con i suoi movimenti della macchina da presa e la comparsa di numerosi personaggi ma, rispetto al grandissimo autore di Hard To Be a God, in questo caso il fascino rimane limitato al semplice esercizio di stile, svuotato di qualunque forza drammaturgica degna di tale nome. Nonostante la lunga durata (2h25m) si fatica anche semplicemente a descrivere la sinossi di una pellicola che si fa sempre più ridondante e prolissa col passare dei minuti, tanto da far perdere qualunque forma di interesse degna di tale nome. Il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2021, dove Serebrennikov non ha potuto partecipare perché non può lasciare la Russia a causa di una condanna penale a seguito di un processo per frode al ministero della cultura.
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