Il pianeta selvaggio

La planète sauvage

Durata

72

Formato

Regista

Su un misterioso pianeta, i Draag (enormi alieni dalla pelle blu) tengono gli uomini, qui chiamati Om, come animaletti domestici. Terr, un ragazzo intraprendente, riesce ad assorbire nozioni attraverso il macchinario che la sua padroncina usa per studiare le avanzate tecnologie del suo popolo, e guida la rivolta contro i Draag.

Visionario esperimento di animazione anni Settanta frutto della collaborazione fra il pittore, scrittore e attore Roland Topor e l'animatore René Laloux, che firma la regia, Il pianeta selvaggio è stato uno dei primi film a proporre una tesi fortemente antispecista, presentando l'uomo come essere dominato da società superiori. Tratto da un racconto di Stefan Wul del 1957, ispirato dai venti di guerra fredda che spiravano sul mondo occidentale, è una riflessione sulla possibilità di conciliazione, per quanto difficile e dolorosa, di modi di vivere lontani tra loro. L'impianto visivo è straordinariamente incisivo, contaminando uno stile iconografico tradizionale che ricorda gli almanacchi e i personaggi dei tarocchi – per gli uomini – a citazioni dalle avanguardie artistiche più importanti (da De Chirico a Dalì, da Tanguy all'astrattismo e al futurismo) per rappresentare gli alieni e il loro inquietante mondo. I costumini che vengono imposti agli Om, inoltre, ricordano da vicino i personaggi dei quadri di Bosch. Questo tipo di animazione, molto statica e bidimensionale, accompagna una narrazione vagamente allucinata, che mostra, tra le righe, molto dello spirito del suo tempo. Il processo di meditazione che scollega gli alieni dal loro corpo rimanda alle tecniche orientali in voga nel periodo, mentre lo spirito socialista insito nella rivoluzione degli Om (che, grazie alla cultura e all'unione, trovano la forza per combattere la dittatura dei Draag) è forse debitore dei moti studenteschi del maggio francese. Straordinariamente avanguardistico e decisamente perturbante, si inscrive nel solco dell'animazione d'autore, grazie anche a immagini indimenticabili e colori, ora saturi, ora pastello, di rara bellezza. Celebre e bellissima colonna sonora del jazzista Alain Goraguer. Premio speciale della Giuria al Festival di Cannes del 1973. Curiosità: tra i produttori figura Roger Corman.
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