Un cuore in inverno
Un coeur en hiver
Durata
105
Formato
Regista
L'esperto liutaio Stéphane (Daniel Auteuil), uomo riservato e modesto, lavora con il collega e compagno dei tempi del conservatorio Maxime (André Dussollier), dal carattere completamente opposto. Quando Maxime inizia una storia con la promettente violinista Camille (Emmanuelle Béart), Stéphane non potrà fare a meno di rimanere incantato dal suo talento e dalla sua bellezza, e la stessa Camille non riuscirà a rimanere indifferente alle sue attenzioni.
Tratto dal racconto La principessina Mary della raccolta Un eroe del nostro tempo (1840) del russo Michail Lermontov, Un cuore in inverno, Leone d'argento alla 49ª Mostra di Venezia, è il film più premiato, non a torto, di Claude Sautet, nonché massima rappresentazione e summa della sua poetica intimista e inquieta. Riuscendo ad armonizzare lucidamente il melodramma con l'originaria anima da musicista del regista francese, la natura (morta) dell'anatomia del violino diviene l'immagine transitoria e simbolica del ritratto misterioso di Stéphane, amico fedele e amante vanitoso, magnificamente interpretato da un perfetto Daniel Auteuil. Nel chiacchiericcio dell'élite borghese contraddittoria e insofferente, Stéphane è un cuore integro che non ha bisogno di “barare con le parole”, custodendo nel sogno della musica di Ravel la consapevolezza di un amore impossibile, contrapposto alla passionalità femminile e violenta di Camille. Da un triangolo di spiriti affini nasce la crisi esistenziale più delicata e naturalista del cinema francese degli anni Novanta. Un film importante.
Tratto dal racconto La principessina Mary della raccolta Un eroe del nostro tempo (1840) del russo Michail Lermontov, Un cuore in inverno, Leone d'argento alla 49ª Mostra di Venezia, è il film più premiato, non a torto, di Claude Sautet, nonché massima rappresentazione e summa della sua poetica intimista e inquieta. Riuscendo ad armonizzare lucidamente il melodramma con l'originaria anima da musicista del regista francese, la natura (morta) dell'anatomia del violino diviene l'immagine transitoria e simbolica del ritratto misterioso di Stéphane, amico fedele e amante vanitoso, magnificamente interpretato da un perfetto Daniel Auteuil. Nel chiacchiericcio dell'élite borghese contraddittoria e insofferente, Stéphane è un cuore integro che non ha bisogno di “barare con le parole”, custodendo nel sogno della musica di Ravel la consapevolezza di un amore impossibile, contrapposto alla passionalità femminile e violenta di Camille. Da un triangolo di spiriti affini nasce la crisi esistenziale più delicata e naturalista del cinema francese degli anni Novanta. Un film importante.