Un violinista iraniano (Mathieu Amalric) si innamora di una fanciulla (Golshifteh Farahani) promessa sposa a un altro. Per tutta la vita il suo sentimento non svanirà e continuerà a comporre musica per lei.

Dopo il riuscito esperimento di Persepolis (2007), stavolta Marjane Satrapi, affiancata nuovamente da Vincent Paronnaud, decide di azzardare l'adattamento in live action di una sua graphic novel, sempre ambientata in Iran. Per quanto raffinato e poetico, il film ha nella sua derivazione da una storia a fumetti un punto di debolezza, perché fatica a raggiungere una compattezza d'insieme, tendendo piuttosto a frammentarsi in piccoli quadri, di per sé deliziosi, ma carenti di coesione. Bravo Amalric e interessante la scelta di utilizzare fondali disegnati dalla stessa regista che contribuiscono ad accrescere il fascino di un'opera comunque altalenante, spesso vittima della propria struttura costruita su salti temporali che creano sostanziale scollamento e allontanamento empatico dai personaggi. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
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