Quattro episodi su una parte del mondo del calcio poco raccontata. Storie difficili di talenti giovanissimi in Meglio di Maradona e Balandòr, il calcio femminile ne La donna del mister e le partite vendute nelle categorie inferiori in Il terzo portiere.

Un film prodotto da Paolo Virzì e girato da quattro registi esordienti nel mondo del cinema: Michele Carillo, Claudio Cupellini, Roan Johnson, Francesco Lagi. Storie garbate che hanno il merito di poggiarsi su lati poco raccontati del calcio, lo sport più seguito in Italia, ma che non vanno mai oltre tale spunto, edificante ma irrisolto. Molti di più, infatti, sono i limiti da registrare: i guizzi visivi sono drammaticamente assenti, una preoccupante povertà di idee dilaga e ogni storia avrebbe dovuto beneficiare di un lungometraggio a sé stante per acquisire un po' di respiro e un minimo di dignitosa autonomia. Vige un luogo comune, forse un po' troppo proverbiale e in parte assolutorio, secondo cui il calcio sia uno sport molto poco cinematografico: sicuramente, raccontarlo in modo pigro e ombelicale non aiuta a portare sul grande schermo il potenziale epico, gli affascinanti elementi geometrici e la carica mitografica che esso riveste nelle società contemporanea. Superfluo.
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