Il prezzo della gloria

Svizzera, 1977. L'emigrato algerino Osman (Roschdy Zem) accoglie in casa l'amico Eddy (Benoît Poelvoorde), appena uscito di galera. Le disastrose condizioni economiche spingeranno i due a trafugare la salma di Charlie Chaplin, appena scomparso, e a chiedere un riscatto di un milione di dollari. Con prevedibili e tragicomiche conseguenze.

Xavier Beauvois si ispira a fatti realmente accaduti e realizza un film sincero negli intenti ma piatto e prevedibile nella narrazione: tra inutili lungaggini, tempi morti e una sceneggiatura altalenante, il regista francese non riesce a fornire un quadro fluido e definito, restituendo una sensazione di incompiutezza e (con)fondendo in maniera stonata il registro comico con quello drammatico. Un'operazione dalle potenzialità sprecate, che poteva aprirsi a squarci di poesia decisamente più coraggiosi: spiccano comunque, in un cast eterogeneo e non perfettamente calibrato (una trascurabile Chiara Mastroianni affiancata a Peter Coyote), le interpretazioni dei due protagonisti, improbabili e maldestri “ladri di cadaveri”, e alcune sequenze che omaggiano apertamente il cinema di Chaplin (tra cui la splendida chiusura, evidente riferimento a Il circo, 1928). Ottime musiche di Michel Legrand. Presentato in concorso alla 71ª edizione della Mostra di Venezia.