
Il ritratto di Dorian Gray
The Picture of Dorian Gray
Premi Principali

Golden Globe alla miglior attrice non protagonista 1946
Durata
110
Formato
Regista
Il giovane e bello Dorian Gray (Hurd Hatfield) si dedica all'edonismo, spinto dall'amico lord Henry Wotton (George Sanders), e insegue l'eterna giovinezza. Per fare ciò Dorian stringe un misterioso patto: il ritratto che il pittore Basil (Lionel Gilmore) gli ha dedicato invecchierà al posto suo, mentre il giovane manterrà per sempre il suo aspetto giovanile, compromettendo per sempre la propria anima.
Adattamento del celebre romanzo omonimo di Oscar Wilde, il film vive prevalentemente del fascino delle sue atmosfere torbide e vagamente ambigue, rivelatrici di un desiderio di immortalità che si accompagna a costanti e onnipresenti pulsioni mortifere. Emerge un'opera che, dietro a una apparente letterarietà e teatralità (evidente fin dalla scelta di costruire un prodotto molto parlato e pressoché privo di esterni), rivela un gusto per la sperimentazione visiva assai notevole e attraverso scelte estetiche piuttosto ardite sa restituire un senso di latente inquietudine, facendosi veicolo espressivo di un male di vivere che si cerca di estinguere attraverso la sublimazione nell'arte, con nefaste conseguenze. Interessante, inoltre, la scelta di Lewin, anche sceneggiatore, di girare alcuni frammenti (quelli in cui il quadro di Dorian prende forma) in Technicolor: nella versione italiana passata in televisione questi segmenti sono assenti, ma sono stati reinseriti nell'edizione dvd. Splendido il lavoro del direttore della fotografia Harry Stradling, premiato con l'Oscar. Angela Lansbury, qui in uno dei suoi primi ruoli significativi, è eccezionale nei panni della dolce e sfortunata Sybil Vane. Il migliore in campo, però, è il sempre eccellente George Sanders.
Adattamento del celebre romanzo omonimo di Oscar Wilde, il film vive prevalentemente del fascino delle sue atmosfere torbide e vagamente ambigue, rivelatrici di un desiderio di immortalità che si accompagna a costanti e onnipresenti pulsioni mortifere. Emerge un'opera che, dietro a una apparente letterarietà e teatralità (evidente fin dalla scelta di costruire un prodotto molto parlato e pressoché privo di esterni), rivela un gusto per la sperimentazione visiva assai notevole e attraverso scelte estetiche piuttosto ardite sa restituire un senso di latente inquietudine, facendosi veicolo espressivo di un male di vivere che si cerca di estinguere attraverso la sublimazione nell'arte, con nefaste conseguenze. Interessante, inoltre, la scelta di Lewin, anche sceneggiatore, di girare alcuni frammenti (quelli in cui il quadro di Dorian prende forma) in Technicolor: nella versione italiana passata in televisione questi segmenti sono assenti, ma sono stati reinseriti nell'edizione dvd. Splendido il lavoro del direttore della fotografia Harry Stradling, premiato con l'Oscar. Angela Lansbury, qui in uno dei suoi primi ruoli significativi, è eccezionale nei panni della dolce e sfortunata Sybil Vane. Il migliore in campo, però, è il sempre eccellente George Sanders.