Florida, 1923: il presunto stupro di una donna bianca da parte di un uomo di colore scatena una spirale di violenza che si scatenerà contro la comunità nera del villaggio di Rosewood.

Inedito nelle sale italiane, Rosewood sfrutta l'affiorare di un fatto a lungo rimasto insabbiato, spregevole parentesi nella storia americana. Singleton amplia il proprio discorso sul razzismo già portato avanti in Boyz n the Hood – Strade violente (1991) e L'università dell'odio (1995), rivolgendo questa volta lo sguardo agli anni '20 del Novecento. Accurata la ricostruzione storica ed efficace l'atmosfera di isterismo sociale presente all'epoca: Singleton gestisce bene la materia di partenza, seppur il risultato rimanga lievemente intaccato da qualche cliché narrativo di troppo e da alcuni personaggi un po' stereotipati. La funzionale amarezza, inoltre, svanisce in un lieto fine in netto contrasto con la dura intensità mantenuta per tutta la durata della pellicola. Eppure, nonostante tali incertezze, è un film da guardare, coinvolgente e capace di far riflettere. Colonna sonora di John Williams. Presentato in concorso al Festival di Berlino.
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