1927. Un ladro (Totò) introdottosi in casa di Ernesto (Ugo Tognazzi) lo sente parlare al telefono con l'amante (Lauretta Masiero): nonostante Ernesto finga di chiacchierare con il dottor Tanzarella, medico di Mussolini, il furfante capisce tutto. Quest'ultimo terrà il segreto soltanto se l'uomo lo farà entrare nella casa della suocera da cui vuole rubare l'argenteria. Ernesto lo presenta allora come il dottor Tanzarella.

È l'ultimo film che vede Totò diretto da Mattoli e rappresenta una sorta di passaggio di testimone dell'ormai anziano comico al nuovo duo della comicità italiana (Tognazzi e Vianello) allora in un'irresistibile ascesa. In effetti, Sua eccellenza si fermò a mangiare è soprattutto la storia di Ernesto, che offre una nuova occasione a Tognazzi di sperimentare ruoli brillanti più complessi, che non si esauriscono nella macchietta. Totò ricopre quasi un ruolo da ospite d'onore, delineando comunque un personaggio dalla deliziosa verve comica, incarnazione di una cinica arte d'arrangiarsi, per non dire truffaldina, che farà la fortuna di molti personaggi comici del cinema italiano coevo e di poco successivo. Il resto della storia, seppur imperfetto, ha comunque i gradevoli caratteri della farsa degli equivoci e ha il pregio di avere nel cast un'attrice con la verve di Lia Zoppelli.
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