La zarina Caterina la Grande (Tallulah Bankhead) governa con mano ferma l'Impero russo e colleziona amanti. Uno di questi è il tenente Alexei Chernoff (William Eythe), segretamente a capo di un'organizzazione rivoluzionaria che punta a rovesciare il potere della zarina. Accecata dall'amore per il giovane e dalla gelosia per la contessa Anna Jaschikoff (Anne Baxter), Caterina metterà a rischio il proprio regno.

Seconda versione cinematografica della commedia La Zarina di Lajos Biro e Melchior Lengyel che Lubitsch aveva già adattato con il film Forbidden Paradise (1924). Il regista iniziò la lavorazione di questo remake ma, in seguito a gravi problemi di salute, dovette abbandonare il set e si fece sostituire dal suo amico Otto Preminger. Il risultato è un ibrido dimenticabile, un modestissimo melò che gira a vuoto senza mai riuscire a coinvolgere. Un prodotto fiacco malgrado la leggerezza che vorrebbe far trasparire, verboso e mai arguto, statico e rivitalizzato (in parte) solo da un paio di simpatiche figure di secondo piano, di spessore comunque assai esile. Decisamente fuori parte Tallulah Bankhead, grande attrice teatrale, ma in questa occasione rigida e inutilmente ampollosa.
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