
Sfida senza paura
Sometimes a Great Notion
Durata
114
Formato
Regista
In una piccola città dell'Oregon, un gruppo di boscaioli decide di scioperare a oltranza contro le precarie condizioni. Quando un lavoratore indipendente, Henry Stamper (Henry Fonda), e suo figlio Hank (Paul Newman) rifiutano di supportare lo sciopero, vengono considerati dei traditori; le cose si complicano ulteriormente con il coinvolgimento del figlio più giovane, Leeland (Michael Sarrazin), che ha appena terminato il college e si schiera con la causa.
Considerando l'aura democratica che ha sempre contraddistinto la sua partecipazione politica, è un oggetto alquanto strano il secondo film diretto, e fortemente voluto, da Paul Newman. Egli, infatti, sceglie il best-seller di Ken Kesey (Sometimes a Great Notion) e co-produce una pellicola dal retrogusto politico amaro e di stampo leggermente conservatore. Ciò che non passa inosservato è la capacità del regista di dirigere un gruppo molto ben assortito di attori, regalando il proprio momento a ciascuno e stratificando al meglio la caratterizzazione delle scene, messe in evidenza anche dal buon lavoro di scrittura. Lo script ha diversi momenti salienti, anche se a tratti tende a scivolare nel melodramma più banale e scontato inficiando in parte il risultato complessivo. Inizialmente proposto per Sam Peckinpah e Budd Boetticher, il film passò nelle mani di Richard A. Colla, che abbandonò dopo poche settimane di riprese per divergenze creative. Dopo che Newman subì il rifiuto del collega e amico George Roy Hill, decise di dirigerlo lui stesso.
Considerando l'aura democratica che ha sempre contraddistinto la sua partecipazione politica, è un oggetto alquanto strano il secondo film diretto, e fortemente voluto, da Paul Newman. Egli, infatti, sceglie il best-seller di Ken Kesey (Sometimes a Great Notion) e co-produce una pellicola dal retrogusto politico amaro e di stampo leggermente conservatore. Ciò che non passa inosservato è la capacità del regista di dirigere un gruppo molto ben assortito di attori, regalando il proprio momento a ciascuno e stratificando al meglio la caratterizzazione delle scene, messe in evidenza anche dal buon lavoro di scrittura. Lo script ha diversi momenti salienti, anche se a tratti tende a scivolare nel melodramma più banale e scontato inficiando in parte il risultato complessivo. Inizialmente proposto per Sam Peckinpah e Budd Boetticher, il film passò nelle mani di Richard A. Colla, che abbandonò dopo poche settimane di riprese per divergenze creative. Dopo che Newman subì il rifiuto del collega e amico George Roy Hill, decise di dirigerlo lui stesso.