Sky Captain and the World of Tomorrow
Sky Captain and the World of Tomorrow
Durata
106
Formato
Regista
1939. In una New York alternativa, la giornalista Polly Perkins (Gwyneth Paltrow) indaga sulla sparizione dei più importanti scienziati del pianeta, quando un gruppo di giganteschi robot invade la città. La donna si rivolge all'aviatore e sua vecchia fiamma Joe Sullivan (Jude Law), soprannominato “Sky Captain”, per scoprire chi si celi dietro gli attacchi. I due troveranno in Francesca “Franky” Cook (Angelina Jolie) una nuova e potente alleata, fino a smascherare il complotto.
Interamente partorito dalla mente di Kerry Conran (regista e sceneggiatore), al suo esordio dietro la macchina da presa, Sky Captain and the World of Tomorrow è un film di fantascienza avanguardistico, girato completamente con l'utilizzo di blue screen e con i soli attori come punti di riferimento sul set. Dal ritmo scanzonato e dalla computer grafica dominante (e a tratti fastidiosamente invasiva), l'operazione richiama alla memoria le riviste pulp anni Cinquanta e la sci-fi dell'epoca d'oro con i suoi inossidabili eroi (Doc Savage, Biggles, The Shadow), unita allo stile cyberpunk della generazione successiva, da Ray Bradbury a Philip K. Dick. Visionario e a suo modo affascinante, ma il risultato è decisamente meccanico e gli stereotipi (inerenti soprattutto alle caratterizzazioni dei personaggi) abbondano indisturbati. In ogni caso, un esperimento meritevole di interesse. Le innovative tecniche di digitalizzazione consentirono di ricreare l'ologramma di Laurence Olivier (nei panni del dottor Totenkopf), utilizzando vecchio materiale d'archivio. Egregio il lavoro dell'intero cast e notevole fotografia di Eric Adkins.
Interamente partorito dalla mente di Kerry Conran (regista e sceneggiatore), al suo esordio dietro la macchina da presa, Sky Captain and the World of Tomorrow è un film di fantascienza avanguardistico, girato completamente con l'utilizzo di blue screen e con i soli attori come punti di riferimento sul set. Dal ritmo scanzonato e dalla computer grafica dominante (e a tratti fastidiosamente invasiva), l'operazione richiama alla memoria le riviste pulp anni Cinquanta e la sci-fi dell'epoca d'oro con i suoi inossidabili eroi (Doc Savage, Biggles, The Shadow), unita allo stile cyberpunk della generazione successiva, da Ray Bradbury a Philip K. Dick. Visionario e a suo modo affascinante, ma il risultato è decisamente meccanico e gli stereotipi (inerenti soprattutto alle caratterizzazioni dei personaggi) abbondano indisturbati. In ogni caso, un esperimento meritevole di interesse. Le innovative tecniche di digitalizzazione consentirono di ricreare l'ologramma di Laurence Olivier (nei panni del dottor Totenkopf), utilizzando vecchio materiale d'archivio. Egregio il lavoro dell'intero cast e notevole fotografia di Eric Adkins.