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The Sky Trembles and the Earth Is Afraid and the Two Eyes Are Not Brothers
The Sky Trembles and the Earth Is Afraid and the Two Eyes Are Not Brothers
Durata
100
Formato
Regista
Attori
Oliver Laxe
Un regista (Oliver Laxe) che sta dirigendo un film nel deserto abbandona il set per farsi una passeggiata nella natura e viene schiavizzato da una tribù selvaggia.
La grande trovata del lungometraggio di Ben Rivers sta nell’osmosi allegorica tra il protagonista, interpretato da Oliver Laxe (che anche nella vita reale è un regista: le documentaristiche riprese iniziali sono quelle, non ancora ultimate, di un suo film), e la “missione” dell'autore. I film del britannico Rivers sono infatti sempre stati contraddistinti da una specie di disperata ricerca di una libertà artistica e fisica irraggiungibile, intesa sia come congiunzione dell’uomo con la natura (come in Two Years at Sea, 2011) sia come liberazione dell’individuo dalla semplice essenza di entità cinematografica, sorta di passaggio dalla luce al buio (A Spell to Ward Off the Darkness, co-regia con Ben Russell del 2013). Nonostante sia stilisticamente e tecnicamente il risultato più alto della filmografia di Rivers (grazie alla sua fotografia sporca e all’approccio lucido e mistico che il film dimostra nelle sue sequenze più affascinanti), The Sky Trembles and the Earth Is Afraid and the Two Eyes Are Not Brothers è leggermente più banale dell’opera precedente del suo autore, poiché soffre di autoreferenzialità e di un pizzico di autocompiacimento di troppo; le atmosfere da inesorabile e contemplativo incubo che inondano la seconda parte lo trasformano però nel più pessimista e visivamente complesso di questi tentativi cinematografici di esplosione, di corsa verso il vuoto e verso il nulla, con addosso il peso costante del non capire, del non comprendere, dell’essere fuori dagli schemi. Del resto, Rivers rimane un regista viscerale e non cerebrale, e in questo senso la sua opera è un riuscito crescendo con un finale notevole. Musiche composte da Robert Aiki Aubrey Lowe, in arte Lichens, protagonista di A Spell to Ward Off the Darkness.
La grande trovata del lungometraggio di Ben Rivers sta nell’osmosi allegorica tra il protagonista, interpretato da Oliver Laxe (che anche nella vita reale è un regista: le documentaristiche riprese iniziali sono quelle, non ancora ultimate, di un suo film), e la “missione” dell'autore. I film del britannico Rivers sono infatti sempre stati contraddistinti da una specie di disperata ricerca di una libertà artistica e fisica irraggiungibile, intesa sia come congiunzione dell’uomo con la natura (come in Two Years at Sea, 2011) sia come liberazione dell’individuo dalla semplice essenza di entità cinematografica, sorta di passaggio dalla luce al buio (A Spell to Ward Off the Darkness, co-regia con Ben Russell del 2013). Nonostante sia stilisticamente e tecnicamente il risultato più alto della filmografia di Rivers (grazie alla sua fotografia sporca e all’approccio lucido e mistico che il film dimostra nelle sue sequenze più affascinanti), The Sky Trembles and the Earth Is Afraid and the Two Eyes Are Not Brothers è leggermente più banale dell’opera precedente del suo autore, poiché soffre di autoreferenzialità e di un pizzico di autocompiacimento di troppo; le atmosfere da inesorabile e contemplativo incubo che inondano la seconda parte lo trasformano però nel più pessimista e visivamente complesso di questi tentativi cinematografici di esplosione, di corsa verso il vuoto e verso il nulla, con addosso il peso costante del non capire, del non comprendere, dell’essere fuori dagli schemi. Del resto, Rivers rimane un regista viscerale e non cerebrale, e in questo senso la sua opera è un riuscito crescendo con un finale notevole. Musiche composte da Robert Aiki Aubrey Lowe, in arte Lichens, protagonista di A Spell to Ward Off the Darkness.
