Cinema 
Prossimamente al cinema 
Streaming 
TV 
Scelti per te 
The Smell of Us
The Smell of Us
Durata
92
Formato
Regista
Un gruppo di adolescenti skater a Parigi fa i conti con droga, alcolismo, sesso e prostituzione.
Se c'è un pregio che si può rilevare nella discussa cinematografia di Larry Clark è la coerenza, dato che dal 1995, anno del suo esordio con Kids non fa che riproporre versioni aggiornate della stessa pellicola. The Smell of Us è ambientato in Francia anziché nella provincia americana, ma si tratta della solita mandria di adolescenti skater promiscui e disfunzionali che, per arrotondare la paghetta, si prostituiscono su internet. Morboso e lubrico come sempre, lo sguardo voglioso di Clark indugia sugli addominali scolpiti dei ragazzini, inanellando sequenze di copule e risultando ridondante e povero d'idee. Come un disgustoso Von Aschenbach, Clark si getta bramoso sui suoi Tadzio, tentando di nobilitare quella che non è altro che una sfilata di genitali imberbi con espedienti contemporanei come lo sguardo filtrato dalla fotocamera del cellulare. Più di un momento che si vorrebbe autoriale (il tentativo di incesto, il suicidio “volante”, i mimi) è consegnato al ridicolo involontario, mentre la noia dilaga insieme alla consueta sensazione di ripugnanza che intride i film del regista americano: nello sforzo sovrumano di essere sovversivo a ogni costo, Clark riesce solo a essere patetico. Niente da dire, come sempre, e detto male: l'ennesima occasione per stare in silenzio sprecata. Cameo di Michael Pitt.
Se c'è un pregio che si può rilevare nella discussa cinematografia di Larry Clark è la coerenza, dato che dal 1995, anno del suo esordio con Kids non fa che riproporre versioni aggiornate della stessa pellicola. The Smell of Us è ambientato in Francia anziché nella provincia americana, ma si tratta della solita mandria di adolescenti skater promiscui e disfunzionali che, per arrotondare la paghetta, si prostituiscono su internet. Morboso e lubrico come sempre, lo sguardo voglioso di Clark indugia sugli addominali scolpiti dei ragazzini, inanellando sequenze di copule e risultando ridondante e povero d'idee. Come un disgustoso Von Aschenbach, Clark si getta bramoso sui suoi Tadzio, tentando di nobilitare quella che non è altro che una sfilata di genitali imberbi con espedienti contemporanei come lo sguardo filtrato dalla fotocamera del cellulare. Più di un momento che si vorrebbe autoriale (il tentativo di incesto, il suicidio “volante”, i mimi) è consegnato al ridicolo involontario, mentre la noia dilaga insieme alla consueta sensazione di ripugnanza che intride i film del regista americano: nello sforzo sovrumano di essere sovversivo a ogni costo, Clark riesce solo a essere patetico. Niente da dire, come sempre, e detto male: l'ennesima occasione per stare in silenzio sprecata. Cameo di Michael Pitt.
