Sembra Las Vegas, ma è Milano: uno scrittore dopato (Alessandro Roja) viene abbandonato dalla moglie sessualmente insoddisfatta (Marina Rocco), intercettato da uno strano e truffaldino amico vegano (Stefano Fresi) e lanciato in una serie di esilaranti avventure, tra bische in piscina e misteriose valigette. Il tutto in un solo, delirante weekend.



Esordio italiano di Gianfranco Gaioni (in arte Director Kobayashi), alle prese con una commedia dopo aver militato per molti anni nella pubblicità, Solo per il weekend è un prodotto piatto, loffio e privo di un'idea significativa alla base sulla quale poter costruire un progetto degno di nota. Adottando sin dall'incipit un registro cinematografico scanzonato e irriverente, il film si presenta come un susseguirsi di gag (per nulla divertenti) sottoposte al pubblico in maniera confusa, senza focalizzarsi su una narrazione efficace e non riuscendo a evitare diversi buchi in fase di sceneggiatura. Il cast è del tutto spaesato (a cominciare da un Alessandro Roja per nulla a suo agio nei panni di un milanese), mentre il lavoro di messa in scena vorrebbe strizzare l'occhio a un'estetica più pop e americana semplicemente insistendo sulla vivacità dei colori invece che rifarsi a un uso sapiente del linguaggio cinematografico che qui risulta sminuito e praticamente assente. Senza badare ad alcun approfondimento psicologico e optando per una soluzione drammaturgica sbrigativa ed elementare, il film non coinvolge mai e si dimentica molto in fretta.
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