Vieni avanti cretino
Durata
98
Formato
Regista
L'ex detenuto Pasquale Baudaffi (Lino Banfi) chiede aiuto al cugino Gaetano (Franco Bracardi) per trovare un lavoro, ma riesce a combinare solo disastri: garagista sedotto e derubato, impiegato scambiato per omossuale, guardiacaccia raccomandato, cameriere vessato dal burbero datore di lavoro e da clienti importuni, finirà tra le braccia della ricca e corpulenta Palmira (Luciana Turina).
Luciano Salce torna all'avanspettacolo, già celebrato in Basta guardarla (1970), e realizza una frizzante e anomala commedia basata sull'equivoco e su gag di stampo slapstick. La sceneggiatura (firmata da Roberto Leoni con la collaborazione di Franco Bucceri e del protagonista Lino Banfi) sfrutta situazioni usurate della tradizione comica italiana, giocando sul citazionismo, sull'interazione tra gli attori (esilaranti i dialoghi di Pasquale con il cugino Gaetano) e sulla verve comica di Banfi, che si scatena in situazioni improbabili e deliri linguistici da manuale. Certo, i luoghi comuni abbondano e lo sviluppo, costituito da episodi slegati tra loro, è elementare nonché sfilacciato; ma il tocco metacinematografico (le sequenze di apertura e chiusura, con annesse torte in faccia che omaggiano il muto) e le stoccate demistificanti alle grandi produzioni hollywoodiane («Pasquale, l'amore è una cosa meravigliosa, da qui all'eternità!»; «Via col vento!») stupiscono e divertono. Da antologia i duetti di Banfi con Alfredo Tomas (l'alienato direttore della fabbrica di elettronica). Particine per Michela Miti (la siciliana Carmela) e Adriana Russo (la ragazza del bar). Musiche di Fabio Frizzi, con demenziale sigletta iniziale («Se tu sei cretino lo sai solo tu/quando uno è scemo, è scemo pure nel Perù»).
Luciano Salce torna all'avanspettacolo, già celebrato in Basta guardarla (1970), e realizza una frizzante e anomala commedia basata sull'equivoco e su gag di stampo slapstick. La sceneggiatura (firmata da Roberto Leoni con la collaborazione di Franco Bucceri e del protagonista Lino Banfi) sfrutta situazioni usurate della tradizione comica italiana, giocando sul citazionismo, sull'interazione tra gli attori (esilaranti i dialoghi di Pasquale con il cugino Gaetano) e sulla verve comica di Banfi, che si scatena in situazioni improbabili e deliri linguistici da manuale. Certo, i luoghi comuni abbondano e lo sviluppo, costituito da episodi slegati tra loro, è elementare nonché sfilacciato; ma il tocco metacinematografico (le sequenze di apertura e chiusura, con annesse torte in faccia che omaggiano il muto) e le stoccate demistificanti alle grandi produzioni hollywoodiane («Pasquale, l'amore è una cosa meravigliosa, da qui all'eternità!»; «Via col vento!») stupiscono e divertono. Da antologia i duetti di Banfi con Alfredo Tomas (l'alienato direttore della fabbrica di elettronica). Particine per Michela Miti (la siciliana Carmela) e Adriana Russo (la ragazza del bar). Musiche di Fabio Frizzi, con demenziale sigletta iniziale («Se tu sei cretino lo sai solo tu/quando uno è scemo, è scemo pure nel Perù»).