Josh (Max Pomeranc) è un bambino di sette anni, particolarmente portato nel gioco degli scacchi e incoraggiato dai genitori, soprattutto dal padre (Joe Mantegna), che lo affianca a un noto maestro (Ben Kingsley). Quest'ultimo rivede nel bimbo le doti di Bobby Fischer, ma il padre si accorge come l'agonismo possa rovinare l'approccio di gioco.

Il film si basa sulla biografia di Joshua Waitzkin, scritta dal padre del famoso giocatore di scacchi, e mette l'accento su come le aspettative dei genitori possano influenzare e rovinare l'approccio alle passioni dei figli, analizzando il difficile confine tra incoraggiamento e obbligo. La regia è curata dallo sceneggiatore Steven Zaillian, qui al suo esordio, e tradisce un approccio acerbo al mezzo, trovando spesso delle soluzioni banali. La narrazione lascia presto il passo al sentimentalismo, perdendo l'occasione di approfondire trama e personaggi e accontentandosi di sviluppi mediocri e scialbi: il risultato è un lungometraggio che si lascia guardare, ma scontato e senza sostanza.
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