Tutti gli uomini del re

Willie Stark (Sean Penn) vive in Louisiana, dove svolge attività politica, ma si dimette dal suo ruolo di tesoriere del Partito Democratico quando questo autorizza una ditta che sottopaga i propri dipendenti alla costruzione di una scuola. La sua scelta lo rende popolare ed è eletto come governatore di Stato, ma presto la corruzione lo tenta.

Remake del film omonimo del 1949 di Robert Rossen, a sua volta tratto dal romanzo di Robert Penn Warren ispirato alla vita del politico americano Huey Pierce Jr. Long. Lo sviluppo narrativo verte sul melodramma più scadente, con un tono prolisso e pretenzioso, in cui la retorica e la ridondanza vengono scambiate per la rappresentazione della passione, concentrando l'attenzione su dialoghi lunghi e pedanti. A poco serve il supercast, guidato da un Jude Law poco convincente, cui spesso Sean Penn ruba la scena in modo eccessivo: il film non funziona, anche a causa di una regia piatta e inconsistente, cui si aggiunge un doppiaggio italiano imbarazzante, in cui Stark parla con un improbabile accento romano.