Il diciassettenne Arthur Rimbaud (Leonardo DiCaprio) lascia il villaggio dove è cresciuto per raggiungere a Parigi Paul Verlaine (David Thewlis), cui aveva mandato i suoi componimenti. Il più anziano e famoso poeta capisce subito di trovarsi di fronte a un genio e se ne invaghisce fino a instaurare una relazione omosessuale che scandalizza la società dell'epoca e finirà per sfociare in violenza.

L'incontro e il rapporto tra due dei più importanti poeti dell'Ottocento francese, autentici giganti della poesia moderna, nel film di Agnieszka Holland diventa materiale per un romanzetto scandalistico e infarcito di luoghi comuni d'accatto. Della poesia non c'è traccia e i personaggi sono mere macchiette: Verlaine diventa un isterico ossessionato dal giovane compagno, Rimbaud un ragazzino inebriato dall'assenzio e dalla personalità piatta e banale. Clamoroso buco nell'acqua nonostante una regista di esperienza e attori di talento, a cominciare da un DiCaprio agli esordi (che ereditò il ruolo dopo la tragica scomparsa di River Phoenix), Poeti dall'inferno è un prodotto povero di interesse anche per chi vi si accosti superficialmente e non interessato ai due grandi simbolisti. Da dimenticare. Scritto da Christopher Hampton.
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