Troppo amici – Praticamente fratelli
Tellement proches
Durata
102
Formato
Regista
Alain (Vincent Elbaz), disoccupato ex animatore, è sposato con Nathalie (Isabelle Carré), direttrice di un supermercato. Complici l'esuberanza incontrollabile del figlio Lucien (Max Clavelly) ma soprattutto l'attaccamento morboso tra i fratelli di Nathalie, Jean-Pierre (François-Xavier Demaison) e Roxane (Joséphine de Meaux), i due decidono di separarsi per un periodo di prova, che influenzerà inevitabilmente le loro vite ma anche quelle dei familiari.
Uscito in Italia soltanto dopo l'eclatante successo del successivo Quasi amici (2011), da cui scimmiotta il titolo a scopi commerciali, è un film piatto e convenzionale, incapace di sorprendere o stupire. Poggiandosi su una coralità pretestuosa e studiata a tavolino, il terzo lungometraggio della coppia Nakache-Toledano è popolato da un cast di volti noti, incapaci, però, di dare un valore aggiunto a un copione a dir poco fiacco. Le gag che provano a prendersi gioco di razzismo, religione e della Francia più testardamente borghese, faticano a strappare un sorriso e finiscono per essere una poco felice passerella di irritanti siparietti caricaturali. La resa è posticcia, come la famiglia ripresa nella prima scena, distante dalla realtà e da ciò per cui si potrebbe effettivamente ridere o commuovere.
Uscito in Italia soltanto dopo l'eclatante successo del successivo Quasi amici (2011), da cui scimmiotta il titolo a scopi commerciali, è un film piatto e convenzionale, incapace di sorprendere o stupire. Poggiandosi su una coralità pretestuosa e studiata a tavolino, il terzo lungometraggio della coppia Nakache-Toledano è popolato da un cast di volti noti, incapaci, però, di dare un valore aggiunto a un copione a dir poco fiacco. Le gag che provano a prendersi gioco di razzismo, religione e della Francia più testardamente borghese, faticano a strappare un sorriso e finiscono per essere una poco felice passerella di irritanti siparietti caricaturali. La resa è posticcia, come la famiglia ripresa nella prima scena, distante dalla realtà e da ciò per cui si potrebbe effettivamente ridere o commuovere.