Stati Uniti, XIX secolo. Al termine della Guerra Civile, i venditori di armi (rimasti senza lavoro) vedono gli indiani come loro nuovi possibili clienti. Questi, muniti di fucili, assaltano un forte e si preparano a combattere: nello scontro, i nativi rapiscono Calamity Jane (Jean Arthur) e Wild Bill Hickok (Gary Cooper).

Cecil B. DeMille torna alle origini: dopo una serie di commedie (Maschio e femmina del 1919, la più importante in assoluto) e di kolossal storico-biblici (I dieci comandamenti, del 1923) il regista americano torna al western romantico, che aveva dato il via alla sua carriera grazie a The Squaw Man del 1914 (da lui rifatto, altre due volte, nel 1918 e nel 1931). Protagonista di una vicenda dalla scarsa attendibilità storica è Wild Bill Hickok, noto pistolero nato nel 1837 e morto nel 1876, a cui dà volto un discreto Gary Cooper. Ad aumentare il fascino di una pellicola contrassegnata da un ottimo ritmo e da buone sequenze (quelle d'azione, in particolare), ci sono i personaggi di Calamity Jane e di Buffalo Bill, quest'ultimo interpretato da un bravo James Ellison. Indubbiamente inferiore ai suoi lungometraggi migliori (a causa di una narrazione eccessivamente artefatta), La conquista del West è comunque uno degli esiti più interessanti prodotti da DeMille dopo il passaggio al sonoro. Il suo pregio maggiore sta in un'equilibrata commistione di generi, tra il sentimentale, il western e il film d'avventura. Anthony Quinn, in uno dei primi ruoli della sua carriera, interpreta un pellerossa.
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