Tutti per uno
A Hard Day's Night
Durata
87
Formato
Regista
Liverpool, 1964. Un'urlante orda di ragazze in delirio insegue Paul McCartney, John Lennon, Ringo Starr e George Harrison per le strade della città, fino alla stazione ferroviaria. I Beatles sono diretti a Londra per partecipare a uno show televisivo. Il mondo è pronto per loro?
Primo di una serie di film dedicata al fenomeno Beatles, Tutti per uno è legato alla pubblicazione dell'album A Hard Day's Night (1964), colonna sonora della pellicola, ma, a dispetto della scarsa coerenza narrativa, non si tratta di una mera raccolta di videoclip. Utilizzando un linguaggio estremamente eterogeneo e all'avanguardia, il regista Richard Lester riesce a rappresentare l'impatto sociale e culturale dei Beatles stessi, aspetto che trascende il lato strettamente musicale: il contrasto tra il vecchio estabilishment e il nuovo che avanza, il rapporto con i fan e i giornalisti e le peculiarità dei quattro singoli componenti riescono a creare un insieme insolito, con un tocco di nonsense legato a leggerezza, ironia, anarchia espressiva e momenti di scanzonato surrealismo, derivato (in particolare) dal cinema muto e dai fratelli Marx. Mitizzazione attraverso l'autoironia e divertissement affatto gratuito. Memorabile la scena in cui Lennon si finge un suo sosia. Un esperimento apprezzabile a pieno dai più preparati fan dei Beatles, ma che non mancherà d'incuriosire e appassionare anche uno spettatore meno esperto.
Primo di una serie di film dedicata al fenomeno Beatles, Tutti per uno è legato alla pubblicazione dell'album A Hard Day's Night (1964), colonna sonora della pellicola, ma, a dispetto della scarsa coerenza narrativa, non si tratta di una mera raccolta di videoclip. Utilizzando un linguaggio estremamente eterogeneo e all'avanguardia, il regista Richard Lester riesce a rappresentare l'impatto sociale e culturale dei Beatles stessi, aspetto che trascende il lato strettamente musicale: il contrasto tra il vecchio estabilishment e il nuovo che avanza, il rapporto con i fan e i giornalisti e le peculiarità dei quattro singoli componenti riescono a creare un insieme insolito, con un tocco di nonsense legato a leggerezza, ironia, anarchia espressiva e momenti di scanzonato surrealismo, derivato (in particolare) dal cinema muto e dai fratelli Marx. Mitizzazione attraverso l'autoironia e divertissement affatto gratuito. Memorabile la scena in cui Lennon si finge un suo sosia. Un esperimento apprezzabile a pieno dai più preparati fan dei Beatles, ma che non mancherà d'incuriosire e appassionare anche uno spettatore meno esperto.