1914. Dopo l'attentato a Francesco Ferdinando a Sarajevo – evento che causerà lo scoppio della Prima guerra mondiale – un tenente serbo (Bernard Lancret) viene inviato come spia a Vienna. La moglie Anna (Dita Parlo), di nazionalità austriaca, riuscirà a rivederlo?

Ultimo film di Robert Wiene, autore tedesco di film come Il gabinetto del dottor Caligari (1920) e Raskolnikow (1923), che morì durante le riprese e venne sostituito da Robert Siodmak. Il cambio in corsa, probabilmente, ha portato ulteriore confusione in una pellicola caotica e inconsistente, in cui è facile perdere il filo del discorso e faticare non poco per ritrovarlo. Tratto da un romanzo di Ewald Bertram, è un film che procede timido e senza guizzi per tutta la durata: impossibile segnalare una sequenza da ricordare in un mare di momenti dimenticabili, piatti e privi di mordente. Un film indeciso sia sul registro da adottare che sullo stile da utilizzare. Nel cast, è poco intenso anche il grande Erich von Stroheim nei panni di un ufficiale serbo.
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