L'ultimo buscadero
Junior Bonner
Durata
100
Formato
Regista
Junior Bonner (Steve McQueen), campione di rodeo come il padre, è ormai una star in declino. Il fratello, affarista senza troppi scrupoli, lo spinge a condurre una vita più regolare, ma Junior resterà sempre un cowboy, incapace di adattarsi al progresso e alla modernità.
A breve distanza dall'exploit violento di Cane di paglia (1971) e dal conseguente vespaio di polemiche, Sam Peckinpah spiazza il pubblico con un film agli antipodi rispetto al precedente. A metà strada tra western contemporaneo intriso di malinconia e atipica saga familiare, L'ultimo buscadero è un'elegia sul tramonto della frontiera e dei suoi eroi, che trovano incarnazione nel personaggio crepuscolare di Junior Bonner. Lo interpreta un mesto ma sempre iconico Steve McQueen, mentre a vestire i panni della madre troviamo una vecchia gloria del cinema anni '40 come Ida Lupino (celebre per essere stata una delle prime registe donna della storia del cinema americano). Forse un piccolo passo indietro nella carriera di Peckinpah, che qui sceglie uno stile meno “urlato” del solito e regala una commedia leggera e dolceamara senza particolari picchi. Ma la poetica dell'autore, caratterizzata da pessimismo nostalgico, rigetto nei confronti dell'America consumista ed empatia nei confronti dei perdenti, è tutta qui.
A breve distanza dall'exploit violento di Cane di paglia (1971) e dal conseguente vespaio di polemiche, Sam Peckinpah spiazza il pubblico con un film agli antipodi rispetto al precedente. A metà strada tra western contemporaneo intriso di malinconia e atipica saga familiare, L'ultimo buscadero è un'elegia sul tramonto della frontiera e dei suoi eroi, che trovano incarnazione nel personaggio crepuscolare di Junior Bonner. Lo interpreta un mesto ma sempre iconico Steve McQueen, mentre a vestire i panni della madre troviamo una vecchia gloria del cinema anni '40 come Ida Lupino (celebre per essere stata una delle prime registe donna della storia del cinema americano). Forse un piccolo passo indietro nella carriera di Peckinpah, che qui sceglie uno stile meno “urlato” del solito e regala una commedia leggera e dolceamara senza particolari picchi. Ma la poetica dell'autore, caratterizzata da pessimismo nostalgico, rigetto nei confronti dell'America consumista ed empatia nei confronti dei perdenti, è tutta qui.