The Velvet Underground & Nico
The Velvet Underground & Nico
Durata
70
Formato
Regista
Un documentario che restituisce una performance live del leggendario gruppo The Velvet Underground, all'interno della Factory di Andy Warhol e insieme alla modella tedesca Nico, che in quel periodo divenne il perno centrale della band, nonché uno dei suoi simboli più indimenticabili.
I Velvet Underground all'alba della loro storia: Andy Warhol immortala il loop magnetico della loro musica unica, cogliendoli nella dimensione psichedelica e straniante delle loro stesse ossessioni sonore, tra catatonia e ripetizioni amplificate dalle riprese meccaniche di Warhol. Le documentazioni audiovisive del gruppo non sono certo moltissime, né così complete dal punto di vista della riproduzione della performance e della contestualizzazione spazio-temporale. Il film, però, è cinematograficamente nullo, perché non segue per davvero il dinamismo della jam session in modo originale, ma lo ricalca con compiaciuta pigrizia e ostentata ricerca della composizione cubista, limitandosi a ricorrere al fuori fuoco e alla zoomata per personalizzare e aggiungere venature acide a una messa in scena altrimenti totalmente priva di nota. Il finale, con la polizia che irrompe a porre fine al concerto, poteva avere, con altre premesse, ben altra forza simbolica. L'incantevole presenza di Nico con tamburello alla mano, a ogni modo, regna sovrana sul resto, ma è anche l'unico reale motivo d'interesse.
I Velvet Underground all'alba della loro storia: Andy Warhol immortala il loop magnetico della loro musica unica, cogliendoli nella dimensione psichedelica e straniante delle loro stesse ossessioni sonore, tra catatonia e ripetizioni amplificate dalle riprese meccaniche di Warhol. Le documentazioni audiovisive del gruppo non sono certo moltissime, né così complete dal punto di vista della riproduzione della performance e della contestualizzazione spazio-temporale. Il film, però, è cinematograficamente nullo, perché non segue per davvero il dinamismo della jam session in modo originale, ma lo ricalca con compiaciuta pigrizia e ostentata ricerca della composizione cubista, limitandosi a ricorrere al fuori fuoco e alla zoomata per personalizzare e aggiungere venature acide a una messa in scena altrimenti totalmente priva di nota. Il finale, con la polizia che irrompe a porre fine al concerto, poteva avere, con altre premesse, ben altra forza simbolica. L'incantevole presenza di Nico con tamburello alla mano, a ogni modo, regna sovrana sul resto, ma è anche l'unico reale motivo d'interesse.