Blow Job

Blow Job

Anno

Paese

Usa

Generi

Durata

35

Formato

Regista

Un primo piano del volto di DeVeren Bookwalter ripreso mentre riceve una fellatio da un partner che è relegato nel fuori campo e che per tutto il tempo non vediamo.

Blow Job rientra in una serie di cortometraggi che rappresentano uno dei momenti più folli e liberi della carriera di Andy Warhol come cineasta provocatorio, sperimentale e fuori dagli schemi. Non si va oltre l'espressione del protagonista mentre qualcun altro gli pratica del sesso orale, ed è impossibile perfino stabilire se si trattasse di un uomo o di una donna, anche se a tal proposito le congetture e le supposizioni si sono decisamente sprecate. Il risultato è quasi una parodia del concetto stesso di espressionismo, con la mimica del volto dell'attore che viene sottoposta a torsioni di piacere riversate direttamente sullo spettatore senza stacchi o intervalli: il primo piano, strumento sommo di catarsi e innalzamento emotivo di cui dispone il cinema, è degradato a mero istinto riflesso, a conseguenza di una causa – la fellatio – che viene negata allo spettatore. Niente che vada oltre ciò che era lecito aspettarsi da Warhol, ma è difficile immaginare, per l'epoca, qualcosa di più strafottente e iconoclasta, pur con tutti i macroscopici e insopportabili limiti del caso. Fu girato a 24 fotogrammi al secondo, ma Warhol preferiva proiettarlo a 16 per rallentarlo, allungarne la durata e renderlo così ancor più irrealistico e straniante.
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