Non così vicino

A Man Called Otto

Anno

Paese

Usa

Durata

126

Formato

Regista

Otto Anderson (Tom Hanks) è un vedovo scontroso e molto fissato con le sue abitudini. Quando una giovane e vivace famiglia si trasferisce nella casa accanto, l’incontro con Marisol, ragazza brillante e in dolce attesa, crea un'improbabile amicizia che sconvolgerà il suo mondo. Una storia divertente e struggente che racconta come alcune famiglie nascono anche nei luoghi più inaspettati...

Tratto dalle pagine del besteseller di Fredrick Backman – già portate sul grande schermo da Mr. Ove, del 2015 – il film di Marc Forster riesce a riproporre abbastanza fedelmente l’anima del romanzo, anche se non manca di destare alcune perplessità, a partire dalla scelta della traduzione italiana del titolo o dalla scelta di cambiare anche nome al protagonista, da Ove a Otto. Protagonista che ha il volto di Tom Hanks, che riesce a dosare rancore e delicatezza nel portare in scena il burbero e respingente personaggio, arrabbiato dopo la morte della moglie Sonya e desideroso di raggiungerla all’altro mondo, tentando il suicidio. Hanks è probabilmente la scelta migliore possibile, capace di reggere quasi in solitudine – se si esclude qualche siparietto ben riuscito con la vicina di casa, in questo caso non più di origini iraniane ma messicana – l’intera operazione, salvandola anche da qualche scivolone di troppo. Non così vicino riporta Forster all’atmosfera di Neverland – Un sogno per la vita o Ritorno al Bosco dei 100 acri, pellicole dove il rischio di (s)cadere in una retorica eccessiva o nella ricerca della lacrima facile è molto alto, e anche in questo caso non mancano sequenze grossolane o maldestri tentativi di critica sociale. Al netto di qualche passaggio a vuoto, forte della solidità di soggetto e sceneggiatura, Non così vicino trova spazio anche per attimi di genuina emozione, dotato di un buon ritmo – scandito dai diversi flashback sulla vita sentimentale di Otto (da giovane, interpretato da Truman Theodore Hanks, figlio del protagonista) – e che porta con sé un messaggio sul valore della vita e della famiglia, che va al di là dello stretto legame di sangue. Niente di indimenticabile, ma il film di Forster resta comunque un buon intrattenimento, un feel-good movie senza alcuna pretesa artistica, capace di strappare ben più di una risata, rispettando di fatto quelle che erano le aspettative.  
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