Voci lontane...sempre presenti
Distant Voices, Still Lives
Durata
85
Formato
Regista
Durante la Seconda guerra mondiale, a Liverpool, tre fratelli – Eileen (Angela Walsh), Maisie (Lorraine Ashbourne) e Tony (Dean Williams) – crescono ossessionati dai contrasti con il padre violento (Pete Postlethwaite) verso la moglie sottomessa (Freda Dowie). Dopo la morte del padre, i tre si sposano in tempi diversi: ma ognuno dei tre, il giorno delle nozze, avverte la mancanza del genitore, ricordandolo nei suoi rari momenti di umanità.
Ritratto famigliare suggestivo e vivido in cui i ricordi del regista si mescolano a uno sguardo partecipe e commosso verso un mondo in dissoluzione. Con una capacità evocativa straordinaria e uno stile decisamente originale (che mescola piani narrativi e temporali e sfrutta in maniera insolita gli effetti sonori), Davies restituisce visivamente una dimensione fantasmatica in cui passato e presente si confondono e su tutto aleggia un senso di morte, di tragedia e fine imminente. Abile nel combinare i toni più drammatici con tocchi di leggerezza e ironia, Davies sa raccontare in modo essenziale e con notevole sensibilità e delicatezza le difficoltà quotidiane di un microcosmo in cui asprezze e conflittualità convivono con momenti di sincera tenerezza e contribuiscono a descrivere un'umanità fragile e sperduta, rude e spaventata, bisognosa d'amore e consapevole della propria precarietà. Cinema personale, elegante e intelligente, che sa toccare corde emotive universali con semplicità ed efficacia davvero sorprendenti. Grande direzione attoriale con un Pete Postlethwaite sugli scudi. Pardo d'oro per il miglior film al Festival di Locarno 1988.
Ritratto famigliare suggestivo e vivido in cui i ricordi del regista si mescolano a uno sguardo partecipe e commosso verso un mondo in dissoluzione. Con una capacità evocativa straordinaria e uno stile decisamente originale (che mescola piani narrativi e temporali e sfrutta in maniera insolita gli effetti sonori), Davies restituisce visivamente una dimensione fantasmatica in cui passato e presente si confondono e su tutto aleggia un senso di morte, di tragedia e fine imminente. Abile nel combinare i toni più drammatici con tocchi di leggerezza e ironia, Davies sa raccontare in modo essenziale e con notevole sensibilità e delicatezza le difficoltà quotidiane di un microcosmo in cui asprezze e conflittualità convivono con momenti di sincera tenerezza e contribuiscono a descrivere un'umanità fragile e sperduta, rude e spaventata, bisognosa d'amore e consapevole della propria precarietà. Cinema personale, elegante e intelligente, che sa toccare corde emotive universali con semplicità ed efficacia davvero sorprendenti. Grande direzione attoriale con un Pete Postlethwaite sugli scudi. Pardo d'oro per il miglior film al Festival di Locarno 1988.