Documentario live del concerto di Bruce Springsteen, dall'album Western Stars.
Ripresa integrale di un concerto del Boss per la regia di Thom Zinny e dello stesso Springsteen, Western Stars, oltre a fornire la ribalta per l’omonimo album del noto songwriter americano, eseguito in scena dall’inizio alla fine, è anche un pretesto per imbastire uno storytelling puramente in stile Springsteen sull’America, i suoi dualismi e le sue contraddizioni, in linea con la frase più emblematica pronunciata all’interno dell’operazione dal rocker del New Jersey: «L'America ha due facce: la prima è solitaria, l'altra è comunitaria, ama condividere». Il documentario designato rimane il modo migliore per “mettere in scena” e veicolare il disco a livello performativo, visto che la registrazione orchestrale rendeva proibitivo programmarne un tour dedicato, ma l’amalgama tra il palco e la componente aforistica e riflessiva dell’operazione, con intere sequenze patinate scandite da paesaggi quintessenzialmente statunitensi a fare da collante, appare un po’ scollata e non di rado pretestuosa e farraginosa nella sua meccanicità equamente divisa tra cavalli selvaggi e scenari da videoclip mozzafiato. Più apprezzabile, invece, l’atmosfera confessionale, privata e quasi spirituale sprigionata da Springsteen al momento della resa dei conti col suo affezionato, fedelissimo e incandescente pubblico, complice l’assenza della consueta, rutilante E-Street Band e la parallela, contemporanea atmosfera veicolata dal disco omonimo, che si può considerare un’unica, compatta ballata crepuscolare sui tòpoi a stelle e strisce di cui l’autore di Born to Run e Darkness on the Edge of Town è stato ed è da sempre immortale e imprescindibile cantore. Rimane, al netto di tutto, un appuntamento assolutamente imperdibile per i fan del Boss e anche per chiunque, da neofita o da profano, desiderasse avvicinarsi al lato più intimo della sua poetica andando oltre il taglio, talvolta limitante e dal fiato corto, da film concerto. Uscito nelle sale italiane come film evento per tre giorni, dal 2 al 4 dicembre 2019, dopo i passaggi al Toronto Film Festival e alla Festa del Cinema di Roma nello stesso anno.
Ripresa integrale di un concerto del Boss per la regia di Thom Zinny e dello stesso Springsteen, Western Stars, oltre a fornire la ribalta per l’omonimo album del noto songwriter americano, eseguito in scena dall’inizio alla fine, è anche un pretesto per imbastire uno storytelling puramente in stile Springsteen sull’America, i suoi dualismi e le sue contraddizioni, in linea con la frase più emblematica pronunciata all’interno dell’operazione dal rocker del New Jersey: «L'America ha due facce: la prima è solitaria, l'altra è comunitaria, ama condividere». Il documentario designato rimane il modo migliore per “mettere in scena” e veicolare il disco a livello performativo, visto che la registrazione orchestrale rendeva proibitivo programmarne un tour dedicato, ma l’amalgama tra il palco e la componente aforistica e riflessiva dell’operazione, con intere sequenze patinate scandite da paesaggi quintessenzialmente statunitensi a fare da collante, appare un po’ scollata e non di rado pretestuosa e farraginosa nella sua meccanicità equamente divisa tra cavalli selvaggi e scenari da videoclip mozzafiato. Più apprezzabile, invece, l’atmosfera confessionale, privata e quasi spirituale sprigionata da Springsteen al momento della resa dei conti col suo affezionato, fedelissimo e incandescente pubblico, complice l’assenza della consueta, rutilante E-Street Band e la parallela, contemporanea atmosfera veicolata dal disco omonimo, che si può considerare un’unica, compatta ballata crepuscolare sui tòpoi a stelle e strisce di cui l’autore di Born to Run e Darkness on the Edge of Town è stato ed è da sempre immortale e imprescindibile cantore. Rimane, al netto di tutto, un appuntamento assolutamente imperdibile per i fan del Boss e anche per chiunque, da neofita o da profano, desiderasse avvicinarsi al lato più intimo della sua poetica andando oltre il taglio, talvolta limitante e dal fiato corto, da film concerto. Uscito nelle sale italiane come film evento per tre giorni, dal 2 al 4 dicembre 2019, dopo i passaggi al Toronto Film Festival e alla Festa del Cinema di Roma nello stesso anno.