Il lago delle oche selvatiche

Nan Fang Che Zhan De Ju Hui

Anno

Paese

Durata

113

Formato

Regista

Un gangster (Hu Ge) è in fuga e disposto a sacrificare tutto per la sua famiglia. Lungo la strada incontrerà una prostituta (Gwei Lun-mei), con cui creerà un legame e stringerà un patto per sopravvivere.

Cinque anni dopo aver sorpreso il Festival di Berlino, vincendo l’Orso d’oro con Fuochi d’artificio in pieno giorno (2014), il cinese Diao Yinan torna a firmare un personale gangster-noir metropolitano, che può ricordare diversi film di Hong Kong degli anni Novanta. La messinscena del regista si conferma nuovamente di maniera, ma allo stesso tempo Diao Yinan mostra ancora il suo talento con un prodotto notturno, ben fotografato dalla cinepresa del direttore della fotografia Dong Jingsong, capace di giocare bene con i colori delle luci al neon e con le ombre dei protagonisti che si muovono nei vicoli dove è ambientata parte del lungometraggio. La narrazione è abbastanza semplice e a tratti un filo macchinosa, ma il film riesce comunque ad affascinare nella sua totalità, grazie anche alla costruzione di diverse sequenze d’azione (spesso di combattimenti veri e propri) coreografate efficacemente e a suggestioni sonore non indifferenti. Inoltre, è un film che cresce alla distanza, e per prodotti di questo tipo non è un fatto da poco. Notevole prova di un cast in ottima forma, in cui svetta la bravissima Gwei Lun-mei. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2019.
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