Annette
Annette
2021
Paesi
Francia, Messico, Usa, Svizzera, Belgio, Giappone, Germania
Generi
Drammatico, Musical
Durata
139 min.
Formato
Colore
Regista
Leos Carax
Attori
Adam Driver
Marion Cotillard
Simon Helberg

Henry (Adam Driver) e Ann (Marion Cotillard) sono due artisti di successo: stand-up comedian lui, cantante lirica lei. La loro relazione e la loro carriera potrebbero però subire un improvviso cambiamento con la nascita della prima figlia, Annette.

«So May We Start?»: è lo stesso Leos Carax che, un po’ come nel precedente e potentissimo Holy Motors, dà il via all’azione della pellicola, prendendo in prestito anche il titolo della prima canzone degli Sparks, autori della notevole colonna sonora che attraversa questa vera e propria opera-rock. La musica infatti è onnipresente, tanto che col passare dei minuti ci si dimentica che il film è (quasi) tutto cantato: la sceneggiatura, ridotta all’osso, sta tutta lì, in canzoni che non definiscono solo la psicologia dei personaggi, ma proprio i dialoghi che si scambiano tra loro. C’è tantissima carne al fuoco nel sesto lungometraggio di Carax e una miriade di riferimenti (King Vidor, tra questi) che riescono ad affascinare e a irritare allo stesso tempo: la durata non aiuta ma le sequenze di grandissimo cinema sono talmente tante da riuscire a nascondere qualche limite che si può riscontrare qua e là. Annette è un lungometraggio rapsodico, squarciato da sprazzi di una potenza visiva impressionante, in cui Carax mette dentro tantissimo di se stesso: il film si apre con lo stesso regista in scena con sua figlia, come overture di una pellicola che è anche una sorta di seduta di (auto)analisi sulla propria esistenza e sulla genitorialità (la compagna di Carax, Katerina Golubeva, e madre della ragazza con cui si apre il film è morta probabilmente suicida a 44 anni, creando così un vero e proprio cortocircuito tra la pellicola e la vita del regista). Anche per queste ragioni, il fascino e le suggestioni del lungometraggio sono talmente forti da rappresentare un vero e proprio bombardamento audiovisivo che raccoglie le performance dei personaggi in scena, il rapporto tra realtà e finzione, il tema dell’identità e quello della famiglia, metanarrazione, eros e thanatos e tanto altro ancora. Moltissimo per un solo lungometraggio che non si accontenta e non si ferma mai, alternando momenti volutamente kitsch e a passaggi semplicemente struggenti (tra cui la conclusione e la scena del processo), spesso valorizzate dall’uso che Carax fa della macchina da presa (si veda il piano-sequenza con protagonista il direttore d’orchestra come esempio). Un film forse imperfetto, ma vibrante, in cui il pubblico è chiamato a ragionare e a interpretare. Tra i meriti, la strepitosa prova di Adam Driver che raggiunge livelli forse mai toccati prima in carriera. Annette è stato scelto come film d’apertura della 74esima edizione del Festival di Cannes e ha vinto il Premio alla miglior regia.

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