L'asso nella manica
Ace in the Hole
1951
Paese
Usa
Genere
Drammatico
Durata
111 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Billy Wilder
Attori
Kirk Douglas
Jan Sterling
Robert Arthur
Porter Hall
Frank Cady
Richard Benedict
Ray Teal
Lewis Martin



Spregevole giornalista in eterna ricerca dello scoop, da poco licenziato per il suo eccessivo cinismo, Chuck Tatum (Kirk Douglas) trova finalmente una notizia che può regalargli quella ribalta che ha sempre bramato: in una miniera è infatti rimasto intrappolato l'operaio Leo Mimosa (Richard Benedict). Chuck cercherà in ogni modo di rallentare le operazioni di salvataggio per alimentare la portata mediatica del tragico evento. 

Insieme a Giorni perduti (1945), è l'unico dramma a tutti gli effetti girato da Billy Wilder in mezzo al grande mare di commedie, più o meno ciniche, e noir che caratterizzarono la sua carriera tra gli anni '40 e ‘50, ed è, senza ombra di dubbio, un'opera capitale all'interno della parabola cinematografica del grande regista europeo: ispirato a un vero fatto di cronaca del 1925 che vide protagonista un giornalista di nome William Floyd Collins, L'asso nella manica è la gelida e indignata rappresentazione della contro-etica professionale di un mestiere, il giornalismo, che nella sua storia ha troppe poche volte fatto i conti con la moralità della sua missione. Apologo feroce e attualissimo (si pensi alla tragedia di Vermicino) sul bisogno di sensazionalismo che la stampa alimenta anche nelle vittime delle tragedie (la moglie di Leo Mimosa che aiuta il protagonista a frenare le operazioni), creando un cortocircuito morale-mediatico da cui nessuno esce pulito, men che meno chi, come Chuck (interpretato da un formidabile Kirk Douglas), crede che la consapevolezza della propria meschinità renda più puliti. Troppo feroce e arrabbiato per i tempi, fu un fiasco al botteghino e venne stroncato da più di un critico americano: la Paramount (casa produttrice) reagì cambiando il titolo, senza il permesso di Wilder, in The Great Carnival e impossessandosi di una parte degli incassi del successivo Stalag 17 (1953).

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