Le campane di Santa Maria

Padre O'Malley (Bing Crosby) giunge nella parrocchia di Santa Maria dove è stato mandato per risollevarne le sorti. Tuttavia, i problemi sono molteplici: non solo, infatti, un ricco possedente (Henry Travers) vorrebbe comprare l'edificio per affari, ma la madre Superiora, Suor Benedetta (Ingrid Bergman), inizialmente contrasta l'operato del giovane.

Tornando a dirigere un lungometraggio incentrato sulla figura di padre O'Malley (il primo risale solamente a un anno prima, il 1944, e si intitolava La mia via), Leo McCarey si muove esattamente con la stessa cifra stilistica utilizzata per la pellicola precedente. Il film vuole essere una sorta di favola ottimistica, incentrata sulle bizzarre avventure del prete che vince, nonostante tutto e tutti, ogni singola sfida che gli si pone dinanzi. Decisamente legato a un intreccio buonista e superficiale, Le campane di Santa Maria non riesce mai a prendere quota, risultando costantemente troppo freddo e studiato a tavolino. I due attori protagonisti (Bing Crosby e Ingrid Bergman) sono perfetti nella parte (entrambi saranno nominati all'Oscar per questo ruolo) ma non riescono a risollevare fino in fondo le sorti di un progetto poco convinto e quasi mai coinvolgente, che fa della sua limpidezza e innocenza di sguardo l'unica qualità realmente degna di nota.